La “Fondazione Perugia” essenziale per lo sviluppo culturale e sociale del territorio.

Il bilancio che la Fondazione ha approvato in questi giorni parla solo di voci positive e si mette dietro gli anni incerti del covid, della pandemia e del blocco delle attività. Così si certifica ora che la Fondazione ha realizzato ben 229 progetti mettendo sul piatto della partecipazione quasi dodici milioni di euro. Il 2022 è stato anche l’anno del trentennale di Fondazione Perugia, che dal 1992 ad oggi ha realizzato oltre 8 mila progetti investendo più di 300 milioni di euro. Di più: il Bilancio 2022 presenta inoltre il consolidamento del patrimonio netto di quasi 455 milioni di euro, in aumento rispetto ai 446 del 2021. Nel corso del 2022, anno segnato dall’instabilità geopolitica e dei suoi riflessi sull’economia reale e ancora condizionato dagli effetti della pandemia, Fondazione Perugia ha progressivamente ricalibrato le attività previste per supportare il tessuto sociale, sanitario, economico e culturale del territorio, con l’obiettivo di garantire un livello di erogazioni coerente alla programmazione annuale (Documento Programmatico Previsionale 2022) e triennale (Documento Programmatico Triennale 2020-2022). L’anno che si è concluso ha comunque consentito a Fondazione Perugia di consolidare un risultato positivo che, grazie a una oculata gestione finanziaria, ha permesso di continuare a sostenere la comunità.
Nel 2022 le risorse sono state indirizzate a progetti nelle aree strategiche di riferimento. In particolare, il settore Welfare ha assorbito la quota più consistente delle risorse per oltre 3,2 milioni (pari al 27,2% del totale deliberato), mentre all’Arte sono stati destinati 2,9 milioni (pari al 25,5%). A seguire il settore Educazione con circa 2,1 milioni (pari al 18,5%), Sviluppo con 1,6 milioni (pari al 13,7%), Salute con 902 mila euro (pari all’11,3%), Ricerca con 646 mila euro (pari al 5,2%) e Ambiente con 212 mila euro (pari al 2,1%). Fondazione Perugia ha, inoltre, organizzato 16 iniziative sulle principali tematiche di propria competenza.
In molti casi l’impatto degli interventi è stato amplificato dal rafforzamento delle collaborazioni con enti pubblici e privati, che ha consentito di attivare ulteriori risorse non soltanto economiche, che vanno oltre la mera capacità erogativa e puntano ad attivare processi filantropici più estesi, generando un rilevante effetto leva. Centrale è stata la sinergia con le istituzioni, fattore fondamentale di un percorso consolidato nel tempo e orientato al raggiungimento di obiettivi comuni.
La Fondazione ha valorizzato e potenziato, nel corso del 2022, le attività di monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e degli impatti generati dalla realizzazione dei vari progetti sostenuti.
“Fondazione Perugia – ha affermato la presidente Cristina Colaiacovo – ha dimostrato una straordinaria capacità di creare valore dalla gestione del suo patrimonio nonostante il 2022 abbia fatto registrare una delle peggiori performance per gli investimenti a livello mondiale. In pochi mesi si sono infatti concentrati eventi che hanno messo a dura prova la tenuta sociale ed economica dell’Europa, determinando un contesto reso estremamente incerto dalle conseguenze economiche connesse alla pandemia, dalle tensioni geopolitiche sfociate nel conflitto russo-ucraino e dalla conseguente crisi energetica”.
“Questi dati – ha aggiunto Colaiacovo – testimoniano l’attenzione della Fondazione nella gestione delle disponibilità finanziarie e patrimoniali, che è improntata a criteri di prudenza ed efficienza per contemperare il rischio e ottenere la migliore redditività possibile dagli investimenti operati. Ciò con l’obiettivo di restituire al territorio quante più risorse possibili e, contemporaneamente, salvaguardare nel tempo il valore reale del patrimonio. “Fondazione Perugia – ha concluso Colaiacovo – riparte da qui, pienamente consapevole delle proprie responsabilità e del proprio ruolo a sostegno della crescita e dello sviluppo del territorio, per affrontare, insieme alle istituzioni, al terzo settore e al mondo produttivo, le sfide legate alla transizione sociale, energetica e digitale. In particolare, nel prossimo triennio 2023-2025 avranno un ruolo strategico gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda ONU 2030, verso i quali orienteremo progressivamente la nostra attività”.

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