Vitigni, si studiano quelli più resistenti alle malattie

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Studiare i vitigni dell’Emilia Romagna più resistenti alle malattie. Questa la finalità della sperimentazione attivata dal Consorzio Vitires, che associa quattro gruppi cooperativi (Cantine Riunite & Civ, Cantina Sociale di San Martino in Rio, Caviro, Terre Cevico) insieme al Centro di ricerche Ri.Nova. A Imola è stato fatto il punto sullo stato di attuazione di un percorso avviato nel 2016 su alcuni vitigni internazionali, ed esteso poi appunto a otto vitigni regionali.

Marco Nannetti, presidente di Vitires, ha ricordato che il progetto riguarda il 70%delle uve coltivate in Emilia Romagna e l’11% di quelle nazionali. Un progetto che può diventare una risposta ad alcune delle s fide del cambiamento climatico, contro il quale produttori e territorio devono fare squadra.

Il percorso intrapreso nei vigneti ti Tebano è stato illustrato da Giovanni Nigro, responsabile del settore vitivinicolo di Ri.Nova. Il progetto, avviato nel 2016 su alcune specie nazionali, si è poi concentrato sul miglioramento genetico di vini regionali: più resistenti ai patogeni: Sangiovese, Trebbiano romagnolo, Albana, Grechetto gentile, Ancellotta, Lambrusco Salamino, Lambrusco Grasparossa e Lambrusco di Sorbara. I genotipi più resistenti sono stati messi a dimora nel 2021 a Tebano. E’ stato già possibile individuare le prime selezioni (genotipi) che hanno evidenziato caratteristiche di resistenza ai patogeni adattabilità agli ambienti locali di coltivazione.

Il Consorzio Vitires ha poi promosso nel 2021 un secondo programma di miglioramento genetico su altre 8 varietà autoctone: Bombino bianco, Malvasia di Candia aromatica, Famoso-Trebbiano Modenese, Terrano, Lambrusco Maestri, Lambrusco Oliva, Lambrusco Marani.

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