La moda come segno dell’arte di un’epoca, ma anche come elemento di potere, protesta, status sociale. Dalla Rivoluzione Francese alla Pop Art, fino ad epoche più recenti, oltre 200 opere d’arte e cento abiti dialogano nella mostra ‘L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789-1968’, che sarà inaugurata il 18 marzo e resterà allestita fino al 2 luglio al Museo Civico San Domenico di Forlì.
Tele di De Chirico, Matisse, Mondrian, Tintoretto, dialogheranno con le creazioni di Armani, Coco Chanel, Gucci, Prada, Ferragamo.
In un percorso che indaga appunto come la moda sia un segno indelebile di ogni epoca. Con il rapporto tra artisti e mondo della moda che si fa più intenso tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Cambiano gli stili e cambiano i materiali. Si aprono nuove produzioni. La ricerca dei materiali rivoluziona il mondo produttivo e quello commerciale fino alle attuali soluzioni tecnologiche. E con la diffusione cambiano i linguaggi e la comunicazione.
La sintesi del rapporto tra opera d’arte e moda – come viene indicato nella presentazione della mostra – l’ha definita Oscar Wilde: «O si è un’opera d’arte o la si indossa». Tutta l’arte ha sottolineato l’intimo legame che da sempre c’è con la moda, entrambe sono unite dalla volontà di riformare la natura e trasformare il reale.
Gli orari:
da lunedì a venerdì: 9.30-19.00
sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00
La biglietteria chiude un’ora prima.