Il mercato degli affitti sta “esplodendo” in Italia. In Umbria il canone annuo è ormai di circa 4700 euro all’anno. Lo rileva la Uilca regionale

Il colpo è arrivato, ben assestato sui portafogli delle famiglie umbre. Ed è arrivato sotto forma di aumento degli affitti delle case. E non fa nemmeno sollievo il fatto che a ben vedere l’aumento è anche inferiore a quelli delle altre regioni.
Ad aprire questo nuovo “fronte” è la Uilca dell’Umbria (UIL credito, assicurazioni esattorie), che ha rielaborato un recente studio promosso dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL nazionale. Per l’Umbria si parla di un interesse per almeno settantamila nuclei famigliari
Ci sono da fare alcune premesse ma il costo medio italiano di una locazione ammonta a 538 euro mensili, a cui corrisponde un canone annuo di 6.450 euro, con una incidenza del 19,9% sul budget disponibile. A Perugia, il canone mensile si attesta a 395 euro, corrispondente a 4.740 euro annui, cioè il 14,6% del budget. A Terni valori simili, con canone di 388 euro al mese, corrispondente a 4.650 euro annui, con incidenza pari al 14,4% del budget.
“È ormai indifferibile una revisione della tassazione immobiliare, cresciuta esponenzialmente nel corso degli anni e che opportunamente ricalibrata potrebbe contribuire al disinnesco del problema del caro affitti, insieme ad un serio rilancio delle politiche sulla e per la casa” dice Luciano Marini, Segretario Generale UILCA dell’Umbria. Secondo Luca Cucina, Segretario Regionale Aggiunto UILCA, “con l’aumento a due cifre dell’inflazione, il potere salariale ha perso ulteriormente potere di acquisto, molte famiglie devono fare rinunce o rivedere i propri piani, il caro affitti non fa che peggiorare ed acuire la situazione.”
“A complicare la situazione – aggiunge Valentina Gallato, Segretaria Regionale – intervengono anche le morosità degli inquilini indigenti che favoriscono un clima di sfiducia e l’innalzamento dei prezzi. Pertanto, occorre vigilare opportunamente per individuare soluzioni che tutelino sia gli inquilini che i proprietari.”
È quello del caro affitti, un problema che riguarda non meno di 5,2 milioni di famiglie, cioè il 20,5% del totale di quelle italiane, alle prese con i canoni di locazione. Le percentuali salgono se si considerano le famiglie di costituzione più recente, costituite da giovani coppie, con o senza figli. I dati presi in considerazione sono quelli medi, sviluppati su un appartamento di 100 mq, accatastato come abitazione civile (A/2) ed economica (A/3), ubicato in zona semicentrale delle città capoluogo, calcolando i valori medi delle locazioni dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è stata stimata l’incidenza sul budget familiare, sulla base dell’indagine sui bilanci delle famiglie edito dalla Banca d’Italia.
Valori dunque delle due province sono inferiori alla media nazionale, che trovano rispondenza anche con riferimento al costo al mq. Infatti, per quanto concerne il costo dell’affitto al mq per le abitazioni civili, a livello nazionale, il range è compreso fra un minimo di 5 ed un massimo di 7 euro, mentre per gli immobili abitativi di tipo economico oscilla fra un minimo di 3,5 e un massimo di 4,8 euro, per una media complessiva di 5,1 euro, sempre al mq. I valori di locazione a Perugia invece variano da un minimo di 3,7 ad un massimo di 5,4 euro per le abitazioni civili e da 2,7 a 4 euro, con media di 4,0 euro/mq; mentre a Terni si oscilla da 3 a 6 euro per gli immobili civili e da 2,5 a 4 euro per quelli economici, con media di 3,9 euro. Nell’esaminare questi numeri bisogna tenere conto dei rincari che verranno applicati sugli immobili dove non vige la cedolare secca, che sono i più esposti alle rivalutazioni e del costo della vita.

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