Simone Manferdini: “Investimenti finanziari, le interessanti opportunità offerte dal mercato privato”

Simone Manferdini

In un momento in cui sia il mercato obbligazionario che quello azionario sono incerti a causa di molteplici fattori, come la crisi energetica, il complesso contesto geopolitico e l’aumento dell’inflazione, può diventare interessante investire nell’economia reale. Si tratta di aderire a fondi che utilizzano il denaro raccolto per acquistare quote di aziende private. Nello specifico le possibilità sono tre: il Private Debt, che fornisce capitale di debito alle imprese per finanziare lo sviluppo di specifici progetti, il Private Equity, che investe capitale di rischio nelle aziende per il loro sviluppo in un orizzonte temporale medio lungo, e il Venture Capital, ovvero l’investimento in start up.

“In passato – spiega il consulente finanziario Simone Manferdini – questa possibilità era accessibile solo ai grandi patrimoni o a investitori istituzionali, oggi, invece, non è più così. Ci sono realtà finanziarie, come quella con cui opero io, che costituiscono fondi aperti anche a piccoli risparmiatori”. Chiaramente per investire nell’economia reale è fondamentale affidarsi a consulenti capaci di rapportarsi con realtà finanziarie solide ed affidabili, che diano la possibilità di accedere ad una buona quantità di fondi Private Equity e Private Debt. Il meccanismo è semplice. La società finanziaria crea i fondi e raccoglie le sottoscrizioni fino a quando si raggiunge la cifra prestabilita. In quel momento il fondo chiude e avviene l’effettivo versamento del denaro, che è poi investito gradualmente in diverse aziende precedentemente selezionate, sempre per periodi medio lunghi (circa 8 – 10 anni).

Simone Manferdini

“Gli elementi vincenti – aggiunge Manferdini – sono proprio la differenziazione e l’impossibilità di recedere facilmente, che impedisce di vendere le quote sia quando l’investimento sembra andare male sia davanti a prestazioni buone”. Tra i benefici dell’investimento nell’economia reale c’è poi la possibilità di usufruire di importanti agevolazioni. “Lo Stato – spiega il consulente – incentiva questo tipo di operazioni prevedendo che chi investe su aziende italiane non debba pagare la normale tassazione al 26% del Capital Gain, quindi sui guadagni”. Un vantaggio non di poco conto, al quale nel caso in cui si decida di puntare sul Venture Capital (cioè di investire in start up) si aggiunge la possibilità di detrarre il 30% della somma investita. Del resto operare sul mercato privato significa supportare la crescita di realtà economiche che, soprattutto in un periodo complesso come quello attuale, difficilmente potrebbero trovare il sostegno di cui hanno bisogno nelle banche.

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