L’Emilia Romagna cambia il Calendario venatorio, le critiche dei cacciatori

caccia zone umide

La Regione Emilia Romagna ha deliberato la modifica delle date di chiusura del prelievo venatorio per alcune specie di migratori – beccaccia, turdidi e acquatici – in ottemperanza all’ordinanza del Consiglio di Stato dello scorso 20 ottobre. Una scelta che non convince i cacciatori, che avevano invitato l’assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca Alessio Mammi, mantenere invariato il Calendario venatorio, sulla base degli altri pronunciamenti dei giudizi amministrativi.

Alla vigilia della riunione di Giunta, Federcaccia in particolare era tornata nuovamente a sottolineare all’assessore la recente pronuncia del medesimo Consiglio di Stato in relazione al Calendario venatorio della Regione Toscana e della Regione Sardegna, che hanno visto confermare la bontà dei Calendari venatori deliberati, ma la Regione non ne ha tenuto conto, così come non ha considerato il fatto che il Calendario non ritenuto conforme dal Consiglio di Stato non avesse ricevuto dal Tar di Bologna, di fronte al quale già era stato impugnato, alcuna censura. Fa meraviglia che una Regione che è sempre stata all’avanguardia e spesso ha fatto da apripista nazionale in tema di gestione faunistico venatoria si sia appiattita su queste posizioni ideologiche.

Non è più accettabile né sostenibile che i cacciatori vengano considerati dalle pubbliche amministrazioni solo quando c’è bisogno di forza lavoro gratuita per lo svolgimento di censimenti, realizzazione di piani di controllo, gestione del territorio e della fauna, catture e ripopolamenti, prevenzione e ristoro dei danni e poi di fronte a richieste ragionevoli e in linea con tutti i dettami nazionali e comunitari si neghi loro lo svolgimento di una stagione venatoria serena e soddisfacente” è la posizione espressa in modo unanime dal Consiglio regionale della FIdC.

Ancora una volta – le parole del presidente regionale Federcaccia Paolo Pini – abbiamo visto la ragione del diritto piegarsi all’ideologia anticaccia dando seguito a richieste di un mondo estremista che non tiene in alcun conto dei principi di una corretta gestione del territorio e della fauna né delle risultanze della scienza. È contro questa visione e le sue nefaste influenze sugli organi di Governo che il mondo venatorio deve rivolgere le sue forze, ritrovando compattezza e obbiettivi comuni, facendo sistema contro chi ha come solo interesse quello di togliere diritti e certezze ai cacciatori. Per questo Federcaccia si è fatta promotrice di un incontro fra tutte le associazioni venatorie regionali che avverrà nei prossimi giorni”.

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