In Emilia Romagna cresce la voglia di sport: la ricerca

bicicletta sport

Dopo la pandemia è cresciuta la voglia di muoversi degli emiliano-romagnoli. Pratica sport il 40% dei cittadini, come testimonia una ricerca voluta dalla Regione. Cambia però il modo di fare attività fisica: sempre più all’aperto e in modo autonomo. E dopo i due anni di Covid emergono le difficoltà dell’associazionismo di base.

L’Emilia Romagna si conferma una delle regioni più attive per la pratica sportiva dei suoi abitanti. Anche se resta una quota significativa -per quanto in calo- di persone che conducono una vita sedentaria.

A fronte di questo scenario, sale a 60milioni di euro l’impegno finanziario della Regione per la riqualificazione dell’impiantistica sportiva (oltre 100 milioni con il cofinanziamento degli enti locali), 11 milioni ai progetti di associazioni e Comuni e 13 milioni per aiuti straordinari durante la pandemia.

Inizia anche il tour per la raccolta delle proposte in vista della stesura del nuovo Piano triennale dello sport: primo appuntamento il 10 ottobre a Bologna.

I risultati della ricerca

Questi i risultati della ricerca, promossa dalla Regione e realizzata da SG Plus Ghiretti & Partners.

In Emilia-Romagna (dati 2021) il 39% della popolazione si dedica nel tempo libero a un’attività sportiva in modo continuativo o saltuario (da 1 a 2/3 volte la settimana). Una percentuale superiore al dato medio nazionale (34,5%) e che sale al 73,2% considerando quanti svolgono una qualche attività fisica come fare passeggiate o andare in bicicletta, senza però una cadenza definita. Si tratta dei cosiddetti abitanti attivi (66,2% in Italia): 3 milioni 174 mila persone: la quota più alta di sempre in regione, con una crescita di oltre 220.000 cittadini rispetto al 2017.  Superano, invece, l’80% i bambini delle scuole primarie che praticano sport in orario extrascolastico: quasi il doppio del dato nazionale.

Considerando poi solo chi pratica sport in modo continuativo – dunque 2/3 volte la settimana – l’Emilia-Romagna con il suo 28% si posizione ai vertici della classifica nazionale, quarta a pari merito con la Lombardia dopo le tre regioni a statuto speciale (23,6% dato italiano). Con un trend in crescita del 2,2% dal 2017 al 2019, cui è seguito uno stop con la pandemia.

Parallelamente, diminuisce il numero di sedentari:  -4,2% nell’arco di cinque anni, in flessione anche nel periodo pandemico. Un dato incoraggiante che tuttavia non deve far dimenticare che interessa il 26,8% della popolazione, oltre 1 milione di emiliano-romagnoli: una quota comunque significativa, considerando anche la funzione di prevenzione in termini di salute, svolta dalla pratica sportiva. A questo riguardo conforta il dato che emerge dall’indagine demoscopica con il 14% di coloro che non praticano sport, che si dichiara in futuro propenso ad iniziare.

Sempre più praticato è poi lo sport destrutturato. Una tendenza in atto già da prima della pandemia, con il 66% degli intervistati che dichiara di svolgere un’attività sportiva in modo autonomo nei parchi e nelle aree urbane delle città, avvicinando allo sport anche nuove fasce d’età.

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