Caccia nelle Marche, la decisione del Tar

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Il Tar delle Marche si è pronunciato in merito al ricorso promosso dalle associazioni ambientaliste e animaliste (Wwf, Lupu, Lac e Lav) contro il Calendario venatorio. Contro le argomentazioni dei ricorrenti, quelle della Regione e delle associazioni venatorie Federcaccia, Libera Caccia Marche, del Comitato Federativo Arcicaccia Marche e dell’Atc Ancona 2, che era stato chiamato in causa.

Il Tar ha riconosciuto, anche se parzialmente, le argomentazioni della Regione di fronte al parere dell’Ispra. Il giudizio di merito è fissato per l’11 gennaio 2023, con la camera di consiglio che si riunirà praticamente a ridosso del termine della stagione venatoria.

I nuovi divieti

E’ vietato il prelievo della tortora selvatica (il tesserino per registrare gli abbattimenti di tortora non deve quindi essere riconsegnato all’ATC) e della pavoncella.

Il carniere dell’allodola e fissato al massimo di 5 capi giornalieri e 25 annuali.

E’ vietato l’uso di qualsiasi tipo di richiamo (vivo o artificiale) per il prelievo in deroga dello storno, laddove consentito.

Beffa preapertura

Bella sulla preapertura agli acquatici (germano reale, alzavola, marzaiola) e alla quaglia. Per il Tar non era giustificato lo stop alla luce della siccità. Ma il pronunciamento è arrivato dopo le date fissate da Calendario venatorio.

Cosa non cambia

Respinte invece dal Tar altre richieste. L’apertura generale della caccia resta al 18 settembre.

Mantenute le 2 giornate aggiuntive di caccia da appostamento alle specie migratrici nei mesi di ottobre e novembre.

Non cambia nulla sui periodi di prelievo del colombaccio, per piccione di città e di tortora dal collare con l’uso di richiami artificiali, laddove consentito. E per lo storno, dove consentito, ma senza uso di richiami.

Il pronunciamento del Tar del Veneto

La decisione del Tar della Campania

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