Meteo pazzo, la Puglia perde tanto del suo miele

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Meteo pazzo, la Puglia perde tanto del suo miele. La CIA della Puglia stima nel 50% la quantità di miele che si potrà perdere in alcune aziende apistiche della regione. In un 2022 dove in media
“L’apicoltura – ricorda il presidente CIA Levante, Giuseppe De Noia – rappresenta per noi un settore fondamentale per la nostra agricoltura”. Per questo motivo, l’associazione promosso un incontro interregionale a Bitonto per portare avanti un progetto di filiera del miele nelle aree del Mezzogiorno.
“Purtroppo, con questi andamenti climatici – aggiunge Vincenzo Mininni, referente apicoltura CIA Levante – si fa sempre più necessaria l’esigenza di esser strutturati per il nomadismo, che sia esso di corto o lungo raggio, per poter sopperire alla disuniformità climatica della regione. È ormai importante, se si vuole fare un’apicoltura da reddito, avere la possibilità di effettuare spostamenti verso “pascoli” più verdi, secondo necessità. Questa necessità, dettata dalla sopravvivenza stessa dell’azienda, pone gli apicoltori sotto il pressing dei costi del carburante e di tutte le materie prime necessarie e dell’aumento di manodopera dovute al nomadismo stesso”.

La situazione per le differenti fioriture

Chiaramente, il clima ballerino non ha colpito in modo uniforme tutte le aziende. Con diverse situazioni differenti anche in base all’andamento della fioritura.
È il caso per esempio della fioritura di mandorlo, toccato da vento e freddo, perdurante per tutta la fioritura, che hanno azzerato la possibilità di raccolta di nettare da parte delle api, rendendo necessaria (a seconda delle zone) la nutrizione di emergenza delle api per non farle morire di fame.
La raccolta del miele di ciliegio è stata anch’essa fortemente condizionata dalle condizioni climatiche avverse (vento e basse temperature). Tant’è che le fioriture primizie nella zona del nord barese hanno patito l’efficacia dell’impollinazione. Il risultato si è palesato alla raccolta con la piccola pezzatura derivante proprio da una pessima impollinazione. La spunta, invece, la varietà di ciliegia tardiva grazie all’aumento delle temperature, specie se nella zona murgiana, tant’è che si è prodotto un piccolissimo raccolto di miele attestantesi sulla media di circa 4 kg per alveare.
I forti abbassamenti termici che si sono avuti tra la fine di marzo e l’inizio di aprile hanno reso disuniforme anche la fioritura degli agrumi e influito negativamente sulle rese del millefiori primaverile. Le medie produttive del miele di agrumi nella zona del tarantino hanno una forbice di produzione che va dai 18 kg/alveare (postazioni colpite da gelate primaverili) ai 30 kg/alveare (zone non colpite).
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