In Umbria invertita una tendenza alla scomparsa di suolo agricolo. La Coldiretti: “Continuare per avere una sovranità alimentare”.

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Non di molto ma risale la superficie di terreno destinato alle lavorazioni agricole in Umbria, passando al 5,3% di tutto il territorio. Lo ha rilevato l’Ispra e sottolineato la Coldiretti, che ricorda come nello “spazio di una generazione è scomparso a livello nazionale più di un terreno agricolo su quattro (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato, che, purtroppo, non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile. Le aree perse in Italia dal 2012 – sottolinea Coldiretti – avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali.
Per proteggere la terra e i cittadini – spiega Albano Agabiti presidente regionale Coldiretti – l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché il Paese diventi autosufficiente nella produzione di cibo. Occorre – aggiunge Agabiti – anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.
È prioritario consentire all’economia verde e quindi all’agricoltura multifunzionale che tutela la biodiversità, produce cibo ed in grado di apportare una corretta manutenzione al territorio – ribadisce Mario Rossi direttore regionale Coldiretti – di contribuire a riqualificare anche le città e le periferie arrestando il consumo di suolo e mantenendo la vitalità delle nostre aree.

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