Rizziconi dice addio a Ferdinando Lentini, figura di spicco dell’imprenditoria calabrese

Rizziconi piange la prematura scomparsa di Ferdinando Lentini, grande protagonista dell’imprenditoria calabrese. 56 anni, Lentini lascia la moglie Maria Rizzo, i due figli Rocco e Giovanna, il piccolo Gabriele e il genero Girolamo, suoi preziosi collaboratori nell’azienda di famiglia. Imprenditore illuminato, nel 1988 Lentini, dopo aver completato gli studi in agraria, aveva concretizzato l’amore per la terra – la “sua” terra, come la chiamava – con la creazione dell’omonima attività di Rizziconi (RC) che oggi è leader nel settore dei prodotti fitosanitari e fertilizzanti per l’agricoltura.

Lascia un vuoto incolmabile e un’eredità umana di grande valore, come racconta la sua segretaria, Marinella Bellamace, che lo ricorda con parole cariche di affetto e gratitudine: «Nella sua vita esistevano solo l’azienda e la famiglia. La dote che lo contraddistingueva era la bontà. Lentini era profondamente umano, generoso, corretto. Un uomo di altri tempi, direi. Stare accanto a lui era un arricchimento personale e professionale: mai una parola fuori posto o una polemica, ma anzi… era dotato di una sensibilità rara che lo portava a interessarsi a noi dipendenti con benevolenza e dedizione. Era vigile su tutti i processi aziendali e se capitava che qualcuno sbagliasse correggeva con educazione e umiltà, senza urtare la suscettibilità di nessuno, sempre disponibile al confronto. Infatti diceva spesso che col dialogo tutto si risolve…».

Le origini, la terra, il territorio le sue grandi passioni: nella sua impresa si intrecciavano strettamente con la vocazione all’ambiente e la promozione di un’agricoltura più sostenibile e più sana. Una competenza formatasi “sul campo”, fatta di studi approfonditi e ricerche continue. «Lavorava instancabilmente in azienda e anche durante le ore libere si dedicava agli agricoltori della zona, andando a trovarli per controllare i loro campi ed eseguire i trattamenti più adatti per migliorare le loro coltivazioni. Per lui non esistevamo sabato e domenica, ma la sfera privata era intoccabile: si ritagliava sempre del tempo da trascorrere in famiglia. Diventare nonno del piccolo Gabriele gli aveva dato un nuovo entusiasmo, sono contenta che abbia avuto la fortuna di conoscerlo».

La sua figura pubblica era di spicco nella realtà calabrese: «Era sempre molto attivo sul territorio: partecipava spesso a convegni in qualità di relatore per divulgare le sue conoscenze e da professionista qual era veniva considerato un grande maestro nel nostro settore. Non faceva pesare la sua professionalità perché, grazie alle sue origini semplici, sapeva confrontarsi con tutti con estrema umiltà».

L’attività, portata avanti dalla moglie, dai due figli e dal genero, perde la sua figura fondamentale: «L’azienda è cresciuta perché si è sempre fondata sulla coesione della famiglia – conclude Marinella –, ma sono sicura che lo stesso amore che è riuscito a trasmettere a tutti noi sarà la spinta per continuare nel solco che lui ha tracciato».

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