Consorzio rucola della Piana del Sele Igp, si punta ad entrare nella top five

A settembre il Consorzio di tutela della rucola della Piana del Sele Igp festeggerà il suo primo compleanno. Il bilancio è assolutamente positivo per il presidente Vito Busillo, che non nasconde però la preoccupazione per il balzo dei costi della produzione che hanno intimidito i produttori, provocando quindi una riduzione della superficie coltivata. “Durante l’assemblea dei soci tenutasi in settimana abbiamo certificato il valore della produzione pari a 16 milioni e 500 mila euro. Naturalmente nel 2022 dobbiamo fare molto di più, promuovendoci per impattare il più possibile sul consumatore. Sappiamo che il potere di acquisto si è ridotto, per questo dobbiamo individuare un percorso attraverso il processo delle pratiche sleali per individuare un costo produttivo sotto al quale non si possa scendere. Su questo abbiamo chiesto una mano anche a Ismea”.

L’obiettivo del Consorzio è “perseguire valori economici, culturali e sociali da trasmettere al consumatore convincendo il distributore a inserire il nostro prodotto di altissima qualità in una zona premium”, dice Busillo. Gli aderenti al consorzio sono in crescita: erano 63 nel 2021, quest’anno sono 85, mentre confezionatori e intermediari sono rispettivamente 18 e 4. La quantità prodotta è pari a 505mila 529 chilogrammi e quella confezionata rappresenta il 58%, pari a 296.404 chili. Lo riporta il sito italiafruit.net.

Secondo il presidente “le aziende produttrici associate rappresentano il 60% del totale, con 2.200 ettari coinvolti. L’ente certificatore DQA ha stimato che siamo al 5% del potenziale. A regime puntiamo a una produzione in campo di 340 milioni di euro, cui si sommeranno altri 600 milioni di valore della commercializzazione al banco. Saremo tra i primi cinque prodotti a marchio d’Italia”. Al momento, date le criticità, è difficile fare previsioni sulle superfici. “Cerchiamo di capire se i costi di produzione si abbassano, ma sicuramente a fine luglio quando sarà il momento di fare la programmazione invernale diminuiranno le semine se i prezzi rimangono bassi e i costi alti”.

Nel frattempo, cresce la richiesta di rucola a residuo zero: “All’interno del Consorzio oltre alle aziende convenzionali ci sono anche quelle biologiche, ma l’interesse principale dei consumatori è per il residuo zero”. Tra i progetti dell’azienda anche quello di avviare un percorso di comunicazione e promozione per far conoscere meglio la garanzia dell’Igp ai consumatori.

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