Massima attenzione per contenere in Umbria la peste suinicola africana: pronto un milione e mezzo di euro.

Le segnalazioni riguardano solo regioni vicine ma la paura che la peste sui8na africana passi i confini dell’Umbria è grande. E per questo c’è stato uno stanziamento di un milione e mezzo per mettere quanto più possibile in sicurezza gli allevamenti del territorio. L’Assessorato regionale all’Agricoltura insomma rafforza le misure volte a prevenire negli allevamenti suinicoli allo stato brado e semibrado i rischi di contagio da Psa. La Giunta regionale, valutata la straordinaria necessità e urgenza di adottare efficaci sistemi di prevenzione, al fine di salvaguardare la filiera relativa, ha approvato l’emanazione di un bando che destina 1,5 milioni di euro a sostegno della realizzazione di interventi per la salvaguardia degli allevamenti da patologie di natura sanitaria. È quanto rende noto l’Assessore regionale all’Agricoltura.
Beneficiari del bando, che rientra fra le misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2022, sono le imprese agricole che gestiscono allevamenti suinicoli allo stato brado o semibrado iscritti alla BDN (Banca Dati Nazionale) dell’anagrafe zootecnica.
Sono concessi contributi in conto capitale agli imprenditori agricoli che intendono realizzare, nei propri allevamenti suinicoli, specifiche misure di biosicurezza mediante idonei sistemi di recinzione, quali quelle doppie con adeguata capacità di resistere alle pressioni esercitate dagli animali, che prevengano il rapporto dei suini in allevamento con altri ungulati selvatici suidi, in particolare il cinghiale, che sono portatori di patologie trasmissibili per contatto.
Allo stesso tempo, informa l’Assessore regionale all’Agricoltura, in coerenza con le prescrizioni del Ministero della Salute relative alle attività da mettere in campo per la gestione della specie cinghiale, la Giunta regionale dell’Umbria ha deliberato un atto con cui sono stati definiti gli indirizzi sulla base dei quali gli uffici dell’ente hanno predisposto le indicazioni per gli Ambiti Territoriali di Caccia che prevedono l’aumento delle quote di abbattimento da programmare, finalizzate a un diradamento delle popolazioni, con particolare riguardo alle aree a maggior rischio.

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