Massimiliano Caruso (First Investigazioni): “Rivolgersi ad un professionista al primo sospetto di infedeltà di un dipendente”

Le difficoltà provocate dalla pandemia negli ultimi due anni hanno messo a dura prova le imprese, che oggi si concentrano sulla ripartenza. Per poterlo fare in maniera efficace hanno bisogno della collaborazione di tutti, dipendenti e collaboratori, per far sì che nessuno sforzo risulti vano. La presenza di lavoratore infedele o assenteisti, infatti, soprattutto in questa fase potrebbe risultare molto penalizzante sia a livello economico che di tenuta sociale del gruppo. “È importante muoversi alle prime avvisaglie se non addirittura in anticipo, contattando un professionista per accertare cosa sta accadendo” spiega Massimiliano Caruso, titolare di First Investigazioni, agenzia milanese che si occupa anche di indagini aziendali.

“Può succedere che, da un momento all’altro, un dipendente decida di non presentarsi più al lavoro, senza preavviso. L’agenzia può indagare su di lui per cercare di capire le motivazioni dell’assenza, che possono essere molteplici” aggiunge l’investigatore, citando forse la più frequente: “Il dipendente potrebbe svolgere una doppia attività lavorativa”. In questo caso, qualora la sua condotta danneggiasse l’immagine dell’azienda, il titolare potrebbe procedere al licenziamento per giusta causa, utilizzando come prove le immagini e il materiale prodotti dall’investigatore, che – proprio perché raccolti da un professionista – hanno valore in sede giudiziale. “Non è sempre necessario arrivare al licenziamento – sottolinea Caruso -, ma è fondamentale che l’imprenditore sia consapevole della situazione per poter valutare come agire”. Anche per non turbare l’equilibro interno del gruppo di colleghi, poiché tra gli altri dipendenti, chiamati a lavorare di più per sostituire l’assente, potrebbe nascere malcontento.

E il principio vale anche in fase preventiva. “Dopo un colloquio andato bene, prima di assumere un nuovo dipendente può essere utile affidarsi ad un’agenzia investigativa per chiarire eventuali dubbi sulla persone” aggiunge Caruso, sottolineando come in questo modo sia possibile “verificare se le informazioni inserite nel curriculum siano corrette e, soprattutto, il comportamento del candidato nelle precedenti esperienze lavorative”. Per maggiori informazioni consultare il sito https://firstinvestigazioni.it/

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