Aviaria, firmato il decreto per risarcire i danni indiretti

È stato firmato dal ministero delle Politiche agricole il decreto per gli interventi a sostegno delle aziende avicole che hanno subito danni indiretti a causa delle misure sanitarie di restrizione nel periodo 23 ottobre-31 dicembre 2021, per cercare di contenere l’epidemia aviaria. Il provvedimento è ora al vaglio della Corte dei conti. Verranno anticipati gli indennizzi per i danni indiretti, per un importo di 40 milioni di euro, fino a un massimo del 25% per i danni determinati sulla base di importi unitari. Tutte le aziende di specie cosiddette minori come faraone ed oche saranno indennizzate al 100%. Mentre si sta concludendo l’iter di approvazione del decreto, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura Agea, con gli organismi pagatori regionali, sta predisponendo l’applicazione per le richieste di indennizzo. Confagricoltura sta sollecitando l’accelerazione dell’iter amministrativo e, soprattutto, chiede di semplificare la documentazione da fornire in allegato alla domanda. Inoltre in questi giorni il Mipaaf ha avviato la procedura per la raccolta dei dati dalle aziende interessate da danni indiretti riferiti al periodo 1 gennaio-30 aprile 2022.

Michele Barbetta, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Veneto, racconta di aver seguito il problema dell’aviaria insieme a Simone Menesello, presidente nazionale di settore per Confagricoltura: “speriamo che gli indennizzi arrivino al più presto, perché le aziende avicole sono in difficoltà. Abbiamo chiesto la liquidazione dei danni diretti, cioè l’abbattimento degli animali, e di quelli indiretti, cioè il fermo allevamenti. Questi saranno pagati entro fine anno per una quota pari al 25% della prima tranche. Il nuovo decreto permette di raccogliere anche i dati della seconda tranche, cioè da gennaio ad aprile di quest’anno, per poterli in seguito liquidare. Ci auguriamo che i tempi siano veloci perché ci sono situazioni pesanti, con rate mutuo che scadono, investimenti che non possono essere pagati. I costi in questo momento sono altissimi, sia per quanto riguarda l’energia e il gas, sia per quanto concerne i mangimi. Inoltre sono insufficienti gli animali disponibili, essendo stata interrotta per un anno la filiera avicola. La cosa più preoccupante è che non si vede la fine del tunnel: il conflitto in Ucraina continua, con tutte le conseguenze annesse”.

“Gli allevatori sono in drammatica crisi di liquidità e i pochi che sono ripartiti stanno lavorando in perdita, perché c’è un rincaro giornaliero sia di materie prime che di risorse energetiche” aggiunge Diego Zoccante, presidente della sezione di prodotto Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona. “Se le grandi industrie agroalimentari stanno, almeno in parte, recuperando i maggiori costi grazie a un rialzo dei prezzi al consumo, così non è per gli allevatori. I nostri compensi sono ancora fermi e non bastano per far fronte agli aumenti e alle perdite. Allevatori e agricoltori restano l’anello più debole della catena e sono sempre loro a pagare il prezzo più alto delle crisi, perché non possono decidere il prezzo del loro lavoro”.

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