Peste suina, Coldiretti e Filiera Italia scrivono a Draghi

Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere Delegato Filiera Italia Luigi Pio Scordamaglia hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri competenti delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Salute e della Transizione ecologica, in occasione dell’avvio della macellazione dei suini dopo la definizione della zona rossa a Roma. Oltre alle misure di protezione e alla progettazione di recinzioni, Coldiretti e Filiera Italia ritengono necessaria una radicale azione di depopolamento dei cinghiali, la cui proliferazione è diventata ingestibile, attraverso le attività venatorie. A rischio c’è la sopravvivenza di 29mila allevamenti italiani e un intero comparto con un fatturato di 20 miliardi di euro l’anno che garantisce occupazione a centomila persone.

“Le nostre esportazioni stanno calando a tutto vantaggio delle imprese del settore dei Paesi terzi. Riteniamo inevitabile – dicono Prandini e Scordamaglia – lo stanziamento di nuove forme di sostegno al fine di garantire un’efficace strategia di contenimento ed evCitare la catastrofe che porterà a costi superiori ad 1,4 miliardi di euro solo per l’indennità di abbattimento dei suini, secondo le stime del Ministero della Salute e ISMEA. È auspicabile infine che al Commissario per l’emergenza vengano assegnati strumenti utili a raggiungere l’obiettivo di salvaguardare con efficacia la filiera, provvedendo al contenimento del virus di peste suina africana poiché gli interventi preventivi e rapidi a livello regionale e nazionale non sono più rinviabili”.

Anche a seguito dell’arrivo dell’emergenza nel vicino Lazio, Coldiretti Umbria ha predisposto nei giorni scorsi un documento per la Regione, proprio a salvaguardia del comparto suinicolo locale, già alle prese con una congiuntura caratterizzata da bassi margini per gli allevatori e alti costi di produzione. Coldiretti Umbria chiede misure per frenare la proliferazione degli ungulati, che dopo aver pesantemente colpito per decenni i redditi degli agricoltori, l’ambiente e la pubblica sicurezza, ora con il diffondersi della PSA rischia di compromettere il comparto suinicolo, con oltre 800 allevamenti e circa 190mila capi e con un’incidenza dell’11% sull’economia agricola umbra.

“La mancata gestione negli anni dell’abnorme numero degli ungulati anche nella nostra regione – ribadisce Coldiretti Umbria – ora potrebbe ripercuotersi sulla filiera suinicola, sulle attività di trasformazione, sull’intera norcineria. Per questo – conclude Coldiretti Umbria – è venuto il momento della responsabilità e della presa di coscienza che bisogna mettere in campo tutte le misure necessarie a prevenire quello da noi definito come un possibile tsunami economico e sociale, da cui sarebbe difficile rialzarsi”.

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