La Merloni chiude definitivamente, persi 479 posti di lavoro

Oggi, 15 maggio 2022, si chiude definitivamente la storia di ARDO – Antonio Merloni, una fabbrica storica che dopo anni di vicissitudini e crisi aziendali abbasserà definitivamente le serrande. Eppure nel 2012 la cessione all’imprenditore Giovanni Porcarelli aveva fatto ben sperare, anche grazie all’annuncio di 700 nuovi posti di lavoro tra Umbria e Marche. Invece si è assistito a una serie di controversie legali che hanno fiaccato la volontà degli investitori, al passaggio ad Indelfab nell’estate 2019, fino al fallimento il 15 novembre dello stesso anno.

La notizia è drammatica per il territorio dell’Appennino umbro-marchigiano: sono ancora 479 i lavoratori legati con un contratto alla Merloni. “Potremmo parlare per ore del benessere che le Industrie Merloni hanno portato sul territorio marchigiano dal 1930 in poi con Aristide Merloni, oggi chiude una delle pagine più importanti del territorio marchigiano” dice Giampiero Santoni, Segretario Regionale Fim Cisl March. “Oggi emerge ancora di più la rabbia di un territorio che, nonostante tutti gli interventi delle istituzioni, non è riuscito a rilanciare un comprensorio pieno di competenze, professionalità e cultura del lavoro”. L’intervento dell’Anpal Servizi e il piano di politiche attive per i lavoratori approntato da Regione Marche non hanno scongiurato il peggio.

«Oggi c’è un vuoto che si aggiunge alla crisi in altre aziende del settore elettrodomestico del Fabrianese, devastato da anni di emorragie occupazionali e dove non c’è stata la capacità di ricercare e trovare vere soluzioni alternative al settore del bianco. Perdiamo altri 245 posti di lavoro che non verranno più ricreati, dietro a lavoratrici e lavoratori ci sono altrettante famiglie con figli e non tutti hanno la capacità e l’età per ricollocarsi. È vero, alcuni sono prossimi alla pensione, altri nel frattempo si sono rimboccati le maniche, ma rimane l’amaro in bocca per non aver trovato soluzioni occupazionali”.

Per Santoni questi ulteriori licenziamenti, “sono una sconfitta sociale per il territorio, un fallimento di istituzioni e politica, incapaci di progettare uno sviluppo e una competitività in grado di creare occupazione”. In vista delle elezioni amministrative, Santoni lancia un messaggio ai candidati sindaco esortandoli a non commettere i gravi errori del passato, ed evitare di far finire nel dimenticatoio i programmi dopo il voto. “Bisogna rilanciare Fabriano, una città che ha ancora tutte le carte in regola per creare occupazione ed essere competitiva. Su questo, il sindacato sarà con voi”.

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