Peste suina, in arrivo l’ordinanza della Regione Emilia Romagna

È in arrivo l’Ordinanza della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna riguardo la situazione della Peste Suina Africana che, di fatto, dovrebbe sospendere tutti i verbali rilasciati dai servizi veterinari nelle ultime settimane in cui veniva richiesto l’adeguamento degli allevamenti entro 45 giorni alle norme sulla biosicurezza rafforzata, pena la macellazione dei capi presenti. Per Giovanna Parmigiani della giunta nazionale di Confagricoltura e presidente della sezione carni bovine e suine di Confagricoltura Piacenza, “il risultato conseguito è frutto di numerosi interventi di Confagricoltura presso gli assessorati in cui sono state presentate le ragioni degli allevatori”.

A far discutere era stata la richiesta di recintare gli allevamenti, declinata con differenze enormi da provincia a provincia e in alcuni casi con prescrizioni che sembravano imporre costose e inutili recinzioni anche in corrispondenza dei muri perimetrali degli allevamenti. “Confagricoltura aveva presentato una richiesta di chiarimenti Ministero della Salute e la circolare che ne era scaturita riconosceva la possibilità di considerare i muri perimetrali delle strutture di allevamento come parte integrante della recinzione perimetrale degli stabilimenti, ma non aveva fugato tutti i dubbi, lasciando le aziende con la spada di Damocle delle prescrizioni da ottemperare entro 45 giorni pena l’abbattimento dei capi”. Tempi non rispettabili per la difficoltà dei fornitori a consegnare le attrezzature necessarie per i lavori, oltretutto relativamente a richieste d’intervento economicamente insostenibili e inefficaci dal punto di vista della biosicurezza.

“Come Confagricoltura plaudiamo alla Regione che ha recepito le nostre istanze. Dobbiamo proseguire nel contrasto alla potenziale diffusione della peste Suina nei cinghiali, non possiamo permettere che questa malattia metta sotto scacco tutti i nostri allevamenti e conseguentemente tutta la filiera suinicola e dei nostri salumi”. Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, è sulla stessa lunghezza d’onda e chiede prescrizioni semplici ed efficaci. “Serve un piano di depopolamento dei cinghiali che ne preveda l’eradicazione nelle aree di pianura. Qualcosa è stato fatto, ma serve un cambio di passo. Abbiamo portato l’esempio della Repubblica Ceca perché in quel territorio la peste suina è stata eradicata attraverso abbattimenti sistematici, coinvolgendo i cacciatori e applicando in tempi brevi delle misure chiare, la cui attuazione è stata incentivata anche da compensi economici”.

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