Un aiuto sorprendete: cinquemila ore è il “dono” di un’azienda mantovana ad imprese in crisi per effetto conflitto in Ucraina

Ne soffrirà di sicuro: il settore del lusso s’è visto chiudere un mercato fiorentissimo come quello russo a causa della guerra, anche se vi saranno altri comparti che incontreranno grandi difficoltà. E a tutti questi sta venendo incontro un’ azienda mantovana che opera nel rendering 3D di lusso, che ha deciso di donare, entro la fine del prossimo anno, cinquemila ore di lavoro alle aziende del comparto, che più di altre hanno risentito delle conseguenze economiche inflitte dalla guerra in Ucraina. L’obiettivo è sviluppare nuove strategie per far acquisire nuovi mercati.
“Ho deciso di dare una mano -spiega Cristian Aiselli- amministratore unico di Inside Group Tecnology SRL e Inside Studio Architettura d’interni – perché il mio studio e la mia società sono nati e cresciuti grazie a queste aziende, e da piccola realtà di poche unità, ora siamo un team di quaranta professionisti che quotidianamente sviluppa progetti in tutto il mondo. Questo settore mi ha donato tanto, sia a livello lavorativo sia personale, grazie a collaborazioni trasformatesi in vere e proprie amicizie. Proprio in questi giorni stiamo definendo i criteri d’ammissione al bando da noi ideato ‘Inside C’è!’”.
Un bando che sarà rivolto alle aziende italiane che lavorano nel comparto lusso e hanno risentito, oggettivamente, del conflitto Russia – Ucraina.
“Stiamo pensando anche a una operazione di raccolta fondi per ampliare ancor più il nostro progetto di solidarietà. Vogliamo coinvolgere altre realtà in modo da supportare il più possibile gli imprenditori e gli impiegati. Ma ci tengo a sottolineare che non vogliamo fare dell’elemosina ma mettere in campo la nostra professionalità al servizio delle aziende. In queste ore stiamo definendo i criteri di selezione e di ammissibilità su reali perdite di quote di mercato causate dal conflitto in corso, valutando con attenzione le richieste che ci perverranno”.
Il settore del mobile classico e contemporaneo di alta gamma, valore aggiunto del Made in Italy, è rivolto mediamente per oltre il 60% ai Paesi russofoni, per 20% ai Paesi asiatici e la parte restante al resto del mondo, ricordando peraltro che ci sono importanti comunità russe a Londra, Miami e Saint Tropez, e perfino nella nostra Forte dei Marmi dove effettuano importanti investimenti: “questo fa capire – spiega Aiselli – il motivo per il quale le aziende del lusso italiano sono ormai in grande difficoltà. Considerando che per un’azienda italiana che vende in Russia, ci sono almeno 10 terzisti italiani che contribuiscono con micro-lavorazioni”

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