Caro energia e rinnovabili, proposta di CNA discussa in Senato

CNA sta portando avanti un’ambiziosa proposta: istituire un sistema di incentivazione per i piccoli impianti di autoproduzione di energia elettrica, fino a 200 KW, sfruttando l’enorme potenziale di artigiani e piccole imprese che oggi non possono contare su alcun incentivo a differenza dell’utenza residenziale e dei grandi impianti. Il progetto, partito dal territorio di Ancona, è ormai arrivato fino in Senato con la presentazione ufficiale nel corso dell’ultima audizione davanti alle Commissioni finanze e industria del Senato.

Un’idea nata dalle esigenze reali delle piccole imprese del territorio e che sottolinea come “puntare esclusivamente sulla realizzazione di grandi impianti è una risposta parziale al bisogno di stimolare l’incremento della produzione da fonti rinnovabili”. Da tempo la CNA Territoriale di Ancona si è attivata per assistere le imprese che vogliono servirsi delle coperture dei propri capannoni per produrre energia necessaria per mandare avanti la propria azienda e dare un contributo alla conversione energetica del nostro Paese.

I circa 140mila piccoli impianti per autoproduzione possono infatti essere triplicati in pochi anni portando la potenza installata a quasi 20mila MW, che rappresenta l’80% della capacità attuale del fotovoltaico attivo in tutto il Paese. Per questi motivi, CNA ribadisce la necessità di introdurre misure specifiche per la platea delle piccole imprese, prevedendo l’istituzione di un fondo dedicato al sostegno dell’autoproduzione o, preferibilmente, un credito d’imposta dell’investimento per l’installazione di impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili.

La necessità di incentivare i piccoli impianti è dovuta alla difficile situazione geopolitica degli ultimi mesi che ha messo in crisi il sistema energetico. L’obiettivo è ridurre il più possibile la dipendenza dai paesi stranieri e puntare all’autosufficienza, per ridurre al minimo le ripercussioni in caso di conflitti.

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