Caporalato in Calabria, situazione preoccupante

Stanno emergendo dettagli preoccupanti dall’indagine che la Procura di Castrovillari, in provincia di Cosenza, sta conducendo sul caporalato in Calabria. Tra i reati ipotizzati ci sono intermediazione illecita sfruttamento del lavoro, minacce ed estorsione. Un fenomeno inquietante che Sapia, il Segretario Generale Fai Cisl Calabria, non esita a definire una piaga sociale da contrastare e prevenire mentre plaude all’operato delle forze dell’ordine.

“Occorre fare rete e sfruttare con efficacia gli strumenti normativi a disposizione. Nel settore agricolo, che dovrebbe dare sviluppo e occupazione nella nostra regione, non è ammissibile che si continuino a registrare episodi che negano la dignità della persona, dobbiamo affrontare questo drammatico problema”. Intanto è stato istituito l’Osservatorio agricolo e si è insediato il Tavolo di Lavoro Regionale di contrasto al Caporalato.

Per Sapia occorre realizzare un protocollo regionale di contrasto al caporalato, favorendo circuiti legali per reclutare la manodopera. L’obiettivo è condividere attività di prevenzione contro sfruttamento e ghettizzazione, condividendo dati e proposte per il settore agricolo e favorendo nuovi modelli di integrazione. Sapia approva la decisione della Giunta regionale di affidare all’Arsac le attività per il reperimento di terreni seminativi o con vocazione seminativa.

Il segretario auspica il coinvolgimento delle professionalità dell’Arsac, in costante riduzione per pensionamento, e una ricognizione sull’intero territorio calabrese dei terreni agricoli abbandonati o non coltivati tramite l’istituzione di un inventario “Banca della Terra”. Inoltre sollecita un network contro il fenomeno del dumping contrattuale in agricoltura e vorrebbe che le aziende agricole calabresi aderissero alla Rete del lavoro agricolo di qualità.

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