Due mostre sulla vita quotidiana al tempo dei Longobardi

Dopo Spoleto e Campello sul Clitunno, i due comuni umbri che ospitano sul loro territorio importanti testimonianze architettoniche della presenza longobarda, ora tocca alla Lombardia. Nella regione settentrionale sono in programma due mostre a Brescia e a Castelseprio-Torba, provincia di Varese, organizzate dall’Associazione Italia Langobardorum che gestisce il sito UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. A Brescia, fino al 29 maggio, presso il Museo di Santa Giulia, ci sarà il percorso multisensoriale “Toccar con mano i Longobardi”, in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona e con il contributo del Ministero della Cultura. L’obiettivo è far conoscere la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e altrettanti modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permetterne l’esplorazione tattile. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione. Infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra itinerante “Trame Longobarde. Tra Architettura e Tessuti”, che farà tappa a Castelseprio-Torba dal 30 marzo al 31 luglio, è un lavoro di ricostruzione, sulla base dei dati archeologici, della vita quotidiana dei Longobardi. Si tratta di un viaggio attraverso tessuti, monili e abiti, questi ultimi realizzati per metà con tessuti fatti rigorosamente a mano su telai orizzontali a licci riproducendo esattamente il numero dei fili di ordito e trama, nonché lo spessore degli stessi fili e le torsioni. L’altra metà degli abiti è stata realizzata impiegando una tela di cotone industriale proprio per sottolineare che il modello dell’abito riproposto è il frutto di contaminazioni scientifiche e di elaborazioni dei curatori. Tessuti e bordure sono stati realizzati nella Casa di Reclusione di Spoleto dai detenuti del corso di tessitura, con i telai dell’IIS Sansi Leonardi Volta, dopo uno straordinario lavoro di studio e ricostruzione di trame e orditi desunti dalle scoperte archeologiche. La composizione dell’abito maschile e femminile è stata realizzata con attenti confronti iconografici: il risultato è un’accurata proposta delle antiche tecniche di tessitura e di taglio e cucito dell’abito altomedievale. Il visitatore, condotto da icone equine e lance tra reperti dei secoli dal IV all’VIII, incontra i protagonisti di trame longobarde davanti a grandi fondali fotografici.

Exit mobile version