Gian Luca Bagnara riconfermato presidente AIFE

Gian Luca Bagnara è stato riconfermato all’unanimità alla presidenza di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, nel corso dell’Assemblea generale che si è tenuta lo scorso 25 marzo a Milano Marittima. Si tratta di un’ulteriore tappa di un percorso iniziato dieci anni fa, quando il settore delle foraggere sembrava destinato a un declino irreversibile per gli accordi internazionali che consentivano ai produttori di chiedere un contributo per cessare le loro attività. Da allora però le cose sono cambiate e oggi la filiera ha saputo conquistare importanti fette di mercato nazionale e internazionale.

Ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi fanno riferimento 30 impianti di trasformazione di erba medica prodotta su novantamila ettari di terreno tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, per una produzione complessiva di 1 milione di tonnellate, il 60% del quale viene esportato. La situazione è complessa per il mondo agrozootecnico, sta per entrare in vigore la nuova Pac che introdurrà interessanti novità anche per le colture foraggere.

Secondo Bagnara “si aprono davanti a noi sfide importanti, occorre facilitare e rinsaldare quel collegamento tra agricoltura e zootecnia che oggi più che mai si rivela fondamentale. La rotazione colturale con leguminose, e in primis con erba medica, non solo migliora il terreno ma assicura l’approvvigionamento di una materia prima di qualità che apporta un beneficio all’ambiente, oltre che al bestiame. I progetti avviati da AIFE/Filiera Italiana Foraggi saranno legati alla qualità dei suoli, all’alimentazione di precisione, a razioni alimentari mirate e orientate a migliorare la produttività ma anche il benessere animale, la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi sta cercando di mitigare le conseguenze dei rincari di materie prime tramite contratti di fornitura con le diverse Società elettriche. AIFE vuole definire entro il 2022 il Disciplinare di produzione che gli associati potranno adottare per ottenere la certificazione ecologica di prodotto made green in Italy, riconoscimento che verrà rilasciato dal ministero della Transizione Ecologica e che è legato al progetto Medi-C-ARbonio, al quale hanno aderito una quarantina di aziende produttrici di erba medica. “Sostenibilità, redditività, competitività saranno i pilastri della nostra azione per i prossimi anni. L’erba medica, in fatto di emissioni, produce un cinquantesimo di CO2 equivalente rispetto alla soia importata. Se a questo aggiungiamo il suo benefico apporto al terreno e la garanzia di un prodotto garantito e sanificato da fornire al bestiame, si fa presto a capire come le sfide di oggi si traducano in opportunità per domani”.

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