Come rivitalizzare la tradizione del mobile classico di Todi

C’è un futuro per l’artigianato del legno tuderte? Può rivitalizzarsi la tradizione del mobile Classico di Todi che tanto peso ha avuto nell’economia cittadina del recente passato? Sono state le domande rimaste sottese alla presentazione del volume “Il mobile classico di Todi. Le botteghe dei maestri del legno, scuole non formali di formazione professionale e la scuola di ebanisteria all’Istituto Crispolti” presentato sabato 19 marzo al teatrino del Crispolti alla presenza dell”autore Marcello Rinaldi, del Sindaco Antonino Ruggiano e del presidente della Fondazione Crispolti Don Carlo Franzoni. “In realtà il libro – spiega il professor Rinaldi – è solo un atto di attenzione alla memoria del mobile classico todino ma anche un omaggio per valorizzare e tenere viva la bellezza e la cultura che questa arte ha sprigionato nel tempo, delineando una vera e propria identità della città”.

L’arte dei falegnami ha rappresentato una tradizione secolare, un immenso bagaglio di conoscenza, di esperienza, una vera e propria palestra formativa ma le condizioni sono ormai profondamente mutate. Era d’altra parte la metà dell’Ottocento quando il canonico Luigi Crispolti elaborò a Todi un originale modello di istruzione, ovvero le “botteghe artigiane” in cui i giovani si recavano ad “imparare il mestiere”, o quelle allestite più tardi all’interno dell’Istituto stesso, affidate a bravi maestri, che non si limitavano alla pratica ma trasmettevano conoscenze e tecniche, insegnavano a progettare attraverso il disegno e diedero alla scuola un carattere più propriamente formativo: si trattava quindi di vere e proprie scuole di vita e di apprendimento delle arti. “Oggi quella prospettiva di continuità – scrive in un contributo ospitato nel libro il dottor Filippo Orsini, direttore dell’Archivio storico comunale – che ha garantito l’attività della professione di falegname per lunghi secoli non esiste più, schiacciata dall’apparente conflittualità tra progresso e tradizione, rendendo estremamente difficile, ma forse non impossibile, la sopravvivenza di questa cultura”. Di fiducia in una possibile ripresa ha invece parlato Fernando Corradini, eletto nella stessa giornata il neo priore della ultrasecolare Confraternita dei Falegnami.

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