Marche, i sindacati chiedono garanzie per l’edilizia

La guerra in Ucraina ha fatto lievitare i costi di produzione facendo precipitare la situazione economica in tutta Italia. Fillea CGIL, Filca Cisl e Feneal UIL delle Marche hanno espresso forte preoccupazione per lo stato delle cose che si è venuto a creare, in particolare nel settore dell’edilizia e dei materiali da costruzione come legno, cemento e lapidei. Ormai è difficile fare fronte ai costi energetici e riuscire a fare rifornimento delle materie prime. La protesta dei costruttori ha fermato circa 300 cantieri dove lavorano 1000 operai edili.

Le pallide avvisaglie di ripresa annunciate dai dati delle casse edili poche settimane fa sono state spazzate via dal conflitto in Europa orientale e dal caos geopolitico che ne è seguito. I superbonus per l’edilizia (2728 asseverazioni al 1 marzo), l’edilizia infrastrutturale e la ricostruzione post sisma avevano fatto volare il settore delle costruzioni in regione con un incoraggiante +37% di massa salari, +21% degli addetti, 21000 aziende censite nel 2021. Tutto da rifare.

Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata del costo di materie prime e difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali. Daniele Boccetti, Luca Tassi e Christian Fioretti, segretari regionali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil delle Marche, si sono detti allarmati “perché stiamo vivendo un paradosso pericoloso: da una parte ci sono lavori e commesse importanti, dall’altra in poche settimane si rischia il cortocircuito non perché manchino i ponteggi o il personale ma perché l’aumento dei costi energetici si scarica sui prezzi dei materiali non previsti nei contratti o nei bandi di gara”. Questo impatterà sulle imprese e quindi sui lavoratori, rendendo inutile ogni intervento per far ripartire il settore. I lavori già appaltati o contrattualizzati si bloccheranno per mancanza di materiali.

Dopo anni di crisi, i lavoratori del settore non possono farsi carico degli stop dei cantieri e rischiare il posto. “Non vorremmo che, dopo tutte le importanti conquiste di questi mesi per regolarizzare il settore, durc per congruità, lotta al dumping contrattuale e alle irregolarità, si torni a stare sul mercato risparmiando su sicurezza, qualità e lavoratori. Perderemmo tutti”. È necessario che i cantieri ripartano, che i lavoratori vengano pagati e che si ragioni su un sistema di revisione dei prezzi negli appalti pubblici che permetta di rivedere i contratti in essere e intervenga sui prezzari per attualizzare i nuovi bandi. Nello stesso tempo, serve un sistema di calmierizzazione dei costi, oltre che di difesa dei salari. Chiediamo un immediato intervento del Governo.

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