Confagricoltura esorta a trovare l’accordo per il pomodoro

Non è stato ancora raggiunto un accordo tra agricoltori e industriali per quanto riguarda il prezzo del pomodoro nel nord Italia mentre al sud le contrattazioni non sono ancora neanche iniziate. A dirlo è Massimo Passanti, presidente della Federazione nazionale di prodotto di Confagricoltura, che denuncia come il futuro del settore sia messo a rischio dalla mancanza d’acqua e dai costi di produzione in crescita.

Intanto la mancanza di accordo sta provocando la riduzione delle superfici coltivate. “L’Italia – sottolinea Confagricoltura – è leader mondiale per produzione di polpe, passate e sughi, terza per quantitativi di pomodoro trasformati. In totale, nel 2021, sono stati coltivati oltre 70mila ettari e la quantità consegnata all’industria ha superato i 6 milioni di tonnellate. La prima regione per superficie coltivata è l’Emilia-Romagna.

“È una fase particolarmente difficile e delicata – rimarca Passanti – perché in questo periodo si decide su cosa investire: chi sceglie di coltivare pomodoro deve ordinare le piantine da mettere a dimora che poi raccoglierà ad agosto. Tra il continuo incremento dei costi di produzione e la mancanza d’acqua, c’è il timore che i produttori storici si dirigano verso colture che richiedono meno investimenti e minori rischi come mais, sorgo, girasole e soia, vista anche l’impennata dei prezzi, dovuti anche alla guerra in Ucraina e alla chiusura del mercato ungherese”.

Insomma, si tratta di giorni esiziali per l’intero comparto. Confagricoltura invita a mettere da parte gli interessi personali e trovare al più presto un accordo. Intanto l’intesa per il pomodoro da industria è già stata raggiunta in Spagna e Portogallo, con incrementi in valore ben superiori a quelli proposti dalla parte industriale italiana. La proposta di quest’ultima infatti, corrispondente a 100 Euro per tonnellata, coprirebbe a malapena i costi di produzione, senza considerare le eventuali incognite climatiche e sanitarie.

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