L’agricoltura italiana guarda con grande apprensione allo sviluppo della crisi in Ucraina: mancano grano e seli oleosi. <

Le difficoltà sono evidenti: manca il grano, il girasole e moltissimo altro. E l’economia agricola dell’Italia è andata in sofferenza. Lo ha sottolineato Massimiliano Giansanti, coordinatore di Agrinsieme – che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – intervenendo all’odierna riunione del Tavolo grano, svoltasi al Mipaaf alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio.

“Questa drammatica situazione – ha sottolineato Giansanti – è però anche il risultato di scelte strategiche sbagliate fatte nel passato, che hanno lasciato gli imprenditori agricoli quasi totalmente esposti alle dinamiche di mercato; diventa quindi fondamentale pianificare l’immediato e iniziare a ragionare sul futuro dell’intera agricoltura italiana, a partire dai seminativi”.

Giansanti ha poi ricordato che a giorni si inizierà a seminare mais, soia e girasole, e l’agricoltura non può permettersi di perdere queste tre colture perché significherebbe ricorrere ancora di più ad approvvigionamenti esteri. L’Italia, a differenza di altri Paesi come ad esempio la Francia, non sa quante scorte ha a disposizione; serve uno strumento per valutare e avere contezza di queste scorte.

“Guardando all’orizzonte comunitario – ha detto il coordinatore di Agrinsieme – riteniamo che debba temporaneamente essere sospesa l’adozione della nuova Pac, così come l’obbligo del greening; allo stesso modo si renderebbe necessaria una proroga dell’attuazione della strategia Farm to Fork, rivedendola alla luce della situazione odierna”.

Vanno poi riviste – secondo il Coordinamento – le norme che vincolano o limitano la possibilità produttiva dei campi; basti pensare che oggi in Italia, tra EFA e altro, abbiamo ben 1 milione di ettari che non vengono coltivati e che si potrebbero recuperare e mettere a regime.

“In questo contesto si inseriscono gli aumenti dei costi, con particolare riferimento a quelli dell’energia – ha sottolineato ancora Giansanti – che vanno calmierati con appositi interventi dell’esecutivo per garantire un’adeguata produzione di cereali e semi oleosi. Sul gasolio, in particolare, serve una rivisitazione delle aliquote delle accise”.

Altro punto importante, per Agrinsieme, è la ricerca: serve una ripresa su varietà riprodotte in Italia con brevetto italiano, perché ad oggi ci approvvigioniamo dalle multinazionali. Sementi come girasole, mais e soia sono frutto della ricerca di altri Paesi.

“Serve una valutazione approfondita, infine, – ha concluso Giansanti – sulla questione fertilizzanti e sulle zone vulnerabili a nitrati. Anche qui è necessaria la sospensione temporanea in ragione dell’eccezionalità della situazione”.

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