Turismo, un patto per un settore strategico in crisi

Fisascat Toscana, il sindacato Cisl che segue i lavoratori di commercio, turismo e servizi affini, fa il punto sulla problematica situazione del settore nella regione tirrenica. Emergono elementi interessanti tra cui il paradosso delle aziende che non riescono a trovare personale qualificato, mentre oltre la metà degli studenti diplomati negli istituti alberghieri toscani non lavorano nel settore per cui hanno studiato. Per di più, quelli che riescono a trovare occupazione ottengono solo contratti precari e per pochi mesi, per questo si rivolgono verso altri settori. A dirlo sono i dati Eduscopio, secondo i quali tra gli studenti che escono dai 28 istituti alberghieri regionali solo il 49% svolge un lavoro coerente con gli studi effettuati, il 36% lavora in settori non coerenti, il 15% svolge professioni trasversali. E tra quella metà che lavora nel settore per cui ha studiato, solo il 13% ha un contratto a tempo indeterminato, mentre il 39% è in apprendistato e il 49% ha lavorato meno di 6 mesi in due anni.

Il segretario Fisascat della Toscana Alessandro Gualtieri chiede alla regione di avviare subito un confronto che porti a un vero “Patto per il turismo”, capace di dare risposte al settore. “Guardando ai dati si capisce bene perché i ragazzi scappano, con il risultato che poi le professionalità scarseggiano. È evidente che qualcosa non funziona, invece di dare la colpa ai giovani che non vogliono lavorare, mettiamoci attorno a un tavolo e cerchiamo le soluzioni”. Il patto per il lavoro della Regione Toscana, sebbene fornisca risorse importanti, non risponde del tutto alle esigenze del mercato e dei lavoratori. Inoltre il settore turistico è stato fra i più colpiti dalla pandemia, sta vivendo la frammentazione delle aziende e dell’occupazione nonché un notevole dumping contrattuale.

“Proponiamo misure concrete già previste in accordi firmati in altre regioni, come Lazio e Liguria. Il patto dev’essere basato sulla settorialità e non sulla territorialità, coinvolgendo il sistema bilaterale nella domanda-offerta di lavoro, nella formazione e nella riqualificazione; deve comprendere misure di conciliazioni vita-lavoro, combattere il dumping contrattuale con incentivi che premino la buona occupazione e la contrattazione integrativa”. Insomma, in Fisascat si hanno le idee chiare su quali siano la priorità. Inoltre i vertici hanno annunciato la volontà di coinvolgere Filcams-Cgil e Uiltucs per costruire una piattaforma e chiedere un dialogo alla Regione.

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