Il prezzo del grano continua a lievitare: la guerra tra Russia ed Ucraina lo sta portando a livelli inimmaginabili. I Consorzi agrari d’Italia segnalano preoccupazione.

Non bisognava essere degli indovini per immaginare che la turbolenza, quasi una guerra al confine tra Russia ed Ucraina, avrebbe avuto un effetto sul prezzo del grano, dal momento che proprio che Kiev è il maggiore fornitore italiano. Così, continua per il secondo giorno consecutivo il rialzo internazionale delle quotazioni di grano tenero (+1,25%) e mais (+1,24%), mentre sono sostanzialmente stabili le quotazioni italiane di grano duro. Questo il quadro della situazione tracciato da Cai – Consorzi Agrari d’Italia alla luce delle rilevazioni odierne del Matif di Parigi e delle prime quotazioni delle Borse merci italiane.
A Parigi, nel primo pomeriggio di oggi, il grano tenero viene quotato 3,5 euro in più a tonnellata (+1.25%) rispetto a ieri, mentre il mais è in rialzo di 3,25 euro a tonnellata (+1,24%). Il grano duro, secondo le rilevazioni delle borse merci italiane di Milano e Foggia, non subisce grosse variazioni attestandosi tra i 520 e i 530 euro a tonnellata.
Dall’Ucraina arriva in Italia grano tenero per la produzione di pane e biscotti per una quota pari al 5% dell’import totale nazionale e un quantitativo di 107mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2021, secondo i dati Coldiretti, il doppio rispetto a ciò che proviene dalla Russia (44mila tonnellate). L’Ucraina, inoltre, copre il 20% complessivo del mais importato dall’Italia, ed è il secondo paese fornitore dell’Italia dopo l’Ungheria.

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