Matteo Rappelli: “Gestire i risparmi delle persone ascoltando le loro esigenze, la vocazione del consulente finanziario”

Matteo Rappelli

Lavorare a contatto con le persone per accompagnarle nella gestione dei loro risparmi rappresenta una responsabilità importate, per farlo servono impegno e dedizione se non addirittura una vocazione. La pensa così Matteo Rappelli, consulente finanziario che nel settore degli investimenti lavora da oltre trent’anni: dall’inizio in banca, subito dopo il diploma, al passaggio all’attività attuale. Nel mezzo un master in Financial and Banking alla Bocconi e l’esperienza maturata come direttore di filiale e poi come responsabile dello sviluppo commerciale. L’istituto in questione era la Banca Popolare di Lodi che Rappelli lascia dopo lo scandalo del 2005. “Volevo continuare ad avere il contatto diretto con i clienti e mi ero resto conto che le logiche del sistema bancario non sempre erano in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini” racconta, per spiegare le ragioni alla base di un addio che, con cognizione di causa, può essere definito coraggioso, dal momento che coincideva con la rinuncia ad un contratto economicamente molto importante. L’obiettivo, però, era chiaro, come la strada per raggiungerlo: passare alla consulenza e scegliere di entrare in una grande multinazionale del settore.

“Mi piaceva l’idea di essere indipendente e allo stesso tempo di far parte di un gruppo presente in tutto il mondo, che dà la possibilità di guardare cosa accade altrove e di abbandonare una mentalità provinciale” aggiunge Rappelli, che sottolinea anche il peso sociale che il suo ruolo prevede: “Nella vita di una persona le uniche cose veramente importanti e insostituibili sono la famiglia e i soldi. È impopolare da dire, ma è così. Il denaro è indispensabile e occuparsi della gestione dei risparmi di qualcuno è una grande responsabilità”. Dal canto loro le persone puntano ad avere un rapporto fiduciario con i professionisti a cui si affidano, nei quali cercano una presenza costante e quasi familiare. Una relazione, questa, che sempre più difficilmente possono sviluppare all’interno della banca, dal momento che la tendenza del settore è alla chiusura delle filiali e al rapido turnover del personale.

“Un buon consulente finanziario, invece, – spiega il professionista – fa proprio questo: ascolta le esigenze del risparmiatore e costruisce per lui il percorso di investimento migliore per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Gli strumenti a disposizione oggi sono molteplici e differenti tra loro: dai fondi di investimento, che attraverso la diversificazione permettono di limitare la volatilità del portafoglio, ai piani di accumulo, dalle polizze assicurative alla gestione dei titoli (azionari e obbligazionari), passando per l’economia reale, “che – sottolinea Rappelli – ha anche un risvolto etico, poiché permette di supportare lo sviluppo di aziende ad elevato potenziale di crescita”.

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