Caro bollette, lettera di Alleanza cooperative Agroalimentari e Federalimentare al premier

Non c’è più tempo per le imprese italiane dell’agroalimentare: occorre far fronte agli estremi aumenti in bolletta oppure c’è un rischio concreto di paralisi. Per questo Giorgio Mercuri e Ivano Vacondio, presidenti rispettivamente di Alleanza cooperative Agroalimentari e Federalimentare, hanno inviato una lettera al premier Mario Draghi per chiedere al Governo provvedimenti drastici per tutelare le imprese da speculazioni globali, visto che ormai la “situazione è insostenibile per i rincari di energia elettrica e dei costi delle materie prime”.

Ma quali sono precisamente gli aumenti? Il costo dell’energia elettrica è passato in media dai 40 a 300 Euro Megawatt/h, il gas da 0,17 a 1,30 Euro al metrocubo. Rincari cui vanno aggiunti quelli delle materie prime, con i prezzi di grano, mais, imballaggi che stanno portando i costi aziendali ormai fuori controllo: si va dall’incremento del 61% del legname al 31% del cartone, al 60% della banda stagnata fino al 72% della plastica per agroalimentare. Container e noli marittimi arrivano fino al 1000%, un record. “La situazione, se non si prendono provvedimenti, bloccherà inevitabilmente anche l’export dei prodotti agroalimentari”.

Molte aziende, denunciano Alleanza Cooperative Agroalimentari e Federalimentare, stanno valutando il blocco delle attività e la chiusura degli impianti di trasformazione, col rischio di drammatiche conseguenze sociali e occupazionali. Cooperative e industrie da sole non possono farcela, tenuto conto che “le attuali dinamiche commerciali con la GDO escludono infatti la possibilità di una revisione dei prezzi che possa compensare i maggiori costi sostenuti”. Insomma, se i prezzi dell’energia continuano a lievitare, la chiusura per molte pmi diventerà inevitabile. È per scongiurare questo scenario che chiediamo ufficialmente aiuto al governo” dice Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

Il Presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ha aggiunto che i problemi delle industrie alimentari di trasformazione portano il rischio di una progressiva limitazione delle produzioni agricole. “In alcuni casi sarà necessario intervenire nella stessa programmazione delle prossime campagne produttive, contenendo quelle coltivazioni che necessitano di una lavorazione industriale. E ciò avrà conseguenze anche sull’impiego di manodopera in campagna”.

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