Brexit, crollano le esportazioni di prodotti pugliesi nel Regno Unito: -42%

Gli effetti della Brexit si stanno facendo sentire sull’economia: nel 2021 le esportazioni pugliesi di cibo e bevande in Gran Bretagna sono crollate del 42%, un valore già drammatico ulteriormente aggravato dai contagi di Covid che hanno colpito gli autotrasportatori. A dirlo è un’analisi di Coldiretti Puglia su dati provvisori Istat Coeweb relativi alle esportazioni nel 2021 rispetto al 2020. Come era prevedibile, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha fatto aumentare i problemi burocratici e amministrativi per la circolazione delle merci con gravi ritardi.

Il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia ha dichiarato che sono a rischio “oltre 25 milioni di Euro di cibo e bevande che vengono esportate dalla Puglia in Gran Bretagna, che è al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti”. Una questione non da poco quella della Brexit, che ha determinato anche un cambiamento nella dieta dei britannici: le importazioni dall’Italia di vini e spumanti sono calate del 7%, quelle dei formaggi del 9%, con il risultato che complessivamente si è registrato un crollo del 5% degli arrivi di cibo tricolore, tra cui derivati del pomodoro, pasta, formaggi.

Eppure le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito avevano registrato una crescita del 40% negli ultimi 5 anni fino al 2020, e su cinque barattoli di pomodori pelati Made in Italy uno finiva sugli scaffali del regno di Sua Maestà. Una ripercussione importante, dunque, in un settore, quello agricolo, già messo a dura prova da più criticità. Coldiretti Puglia ribadisce la politica lungimirante e di visione adottata con l’accordo di filiera sottoscritto da Coldiretti e Princes che hanno unito gli sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale.

Quali sono i possibili sviluppi di questa situazione? Paradossalmente la Brexit rischia di favorire l’afflusso in Gran Bretagna ed Unione Europea di cibi e bevande extracomunitarie non conformi agli standard sicurezza UE, ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari Made in Italy. A dimostrarlo le vertenze Ue del passato nei confronti di Londra con i casi del falso Prosecco alla spina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Parmigiano Reggiano. La Gran Bretagna potrebbe diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo già fattura 100 miliardi e danneggia gravemente l’economia nostrana.

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