La protesta della Cgil Umbria per la gestione della pandemia nelle scuole della regione.

I problemi si sommano ai problemi: tamponi, green pass, disposizioni vecchie e nuove, tutte cose che impegnano il personale delle scuole dell’Umbria a fare più gli impiegati delle Asl che dedicarsi alla didattica. “Le scuole sono diventate di fatto sedi staccate delle Usl, con dirigenti, docenti e personale ATA impegnati praticamente a tempo pieno nel tracciamento, a individuare i contatti stretti, a caricare dati su piattaforme, a rispondere ai dubbi e alle preoccupazioni delle famiglie, a ricevere e inviare incessantemente comunicazioni. Nel frattempo, l’attività didattica è diventata residuale, soffocata da nuove incombenze e responsabilità che nulla hanno a che vedere con la funzione della scuola, che è quella di educare attraverso l’istruzione”. A scriverlo in una nota sono Flc Cgil, Fp Cgil e Cgil regionale dell’Umbria che sottolineano la necessità di “restituire alle scuole il proprio ruolo e interrompere il subappalto di compiti e competenze da parte del sistema sanitario regionale”.
Nei giorni scorsi la Flc e la Cgil – a livello nazionale – hanno dovuto procedere con una diffida al ministero dell’Istruzione, per poter essere messe a conoscenza dei dati riguardanti il diffondersi della pandemia nelle scuole di ogni ordine e grado. “La conoscenza dei dati è necessaria per valutare l’efficacia delle misure adottate a livello nazionale o locale”, spiega il sindacato, che, per legge e per contratto, ha titolo ad accedere a queste informazioni che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro. “Per di più in Umbria – rimarcano Flc e Cgil Umbria – l’assenza del direttore generale pone un ulteriore problema in ordine al funzionamento del tavolo sulla sicurezza previsto dal protocollo nazionale”.
Secondo i dati più recenti resi noti dalle Usl, in Umbria risultano in isolamento circa 140 classi. “Si tratta però soltanto delle classi totalmente in quarantena, non di quelle in auto-sorveglianza che non vengono prese in carico dal sistema sanitario – osserva la Cgil – Del resto il decreto del 7 gennaio 2022 ha proprio questo scopo, evitare di far prendere in carico i contagi scolastici a livello sanitario”.
La situazione per chi lavora nella scuola è però, secondo la Cgil, ormai del tutto insostenibile: “Le comunicazioni Usl sui contagi vengono inviate anche di notte agli istituti scolastici – continua la nota di Flc, Fp e Cgil Umbria – con conseguente necessità di ristrutturare l’orario, sostituire il personale assente, chiamare i supplenti (con graduatorie vuote e MAD esaurite), gestire classi scoperte, ‘addomesticare’ le norme sulla gestione dei casi covid (nazionali, regionali, comunali) che si sovrappongono di continuo e si intrecciano, oltre a gestire tutto il contenzioso con il personale no vax”.
“Ora – continua il sindacato – è chiaro che dopo 2 anni non si può continuare a parlare di emergenza; non si può più stare a sentire che ‘le scuole devono restare aperte’ se poi non si dà seguito concreto a ciò che questo comporta, agli impegni, anche di natura finanziaria e salariale, che questo comporta. È fondamentale restituire alle scuole il proprio ruolo e interrompere il subappalto di compiti e competenze da parte del sistema sanitario regionale, che non riesce a sopperire alle sue prerogative a causa di scelte, o non scelte, rispetto alla necessità di personale, che ricordiamo avrebbe dovuto essere assunto già un anno fa”.
In conclusione, secondo la Cgil e la Funzione Pubblica il rapporto organico con la sanità deve essere costruito “garantendo un presidio medico in tutte le scuole, con personale che possa fare da punto di riferimento per liberare le scuole da responsabilità che non hanno, decidendo subito sull’eventuale sospensione dell’attività didattica”. “Ma per fare questo – concludono dal sindacato – per consentire alla scuola di tornare ad essere luogo d crescita e di cultura per i ragazzi e le ragazze, è necessario che la Regione, oltre a garantire il di diritto all’istruzione, garantisca anche quello alla salute, procedendo velocemente alle assunzioni necessarie e ponendosi davvero in ascolto rispetto alle necessità ed ai bisogni della popolazione umbra, garantendo una sanità pubblica, universale ed efficiente, fondamentali per il diritto alla salute”.

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