CNA e Confartigianato fanno il bilancio del 2021 per l’anconetano, tra luci e ombre

Timidi segnali di ripresa economica dopo quattro anni di segni negativi in provincia di Ancona. Nel corso della conferenza stampa di fine anno organizzata da Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino e CNA Ancona, che insieme rappresentano 15mila imprese e 20mila pensionati, è stato comunicato che l’analisi dati sull’apertura e chiusura delle imprese mostra un saldo positivo di 37 unità. A mostrare segnali incoraggianti sono soprattutto l’edilizia, la ristorazione, la comunicazione e i servizi alle imprese, mentre arrancano benessere e moda.

A pagare il prezzo più alto è proprio quest’ultimo settore che nel 2021 ha visto la chiusura di 75 attività, seguito da produzione con 51, servizi alla comunità con 57, trasporti 28 e impianti con 15. Bene il settore delle costruzioni (+55) grazie ai bonus governativi, comunicazioni (+31) e il comparto Benessere e sanità (+9). In termini assoluti le nuove aperture nel 2021 sono state 1584 contro 1547 chiusure, con un saldo di +37 imprese attive. Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino e Massimiliano Santini direttore CNA territoriale di Ancona hanno annunciato una collaborazione tra le rispettive associazioni per aiutare le imprese e rilanciare il territorio.

Cosa ci si aspetta dal 2022? Difficile dirlo perché la pandemia è imprevedibile e i forti rincari di gas, elettricità e materie prime non aiutano, c’è moderato ottimismo ma anche preoccupazione per la tenuta dell’intero sistema economico basato sulle microimprese. “La crisi industriale dell’anconetano rende necessario un ripensamento del modello economico che deve basarsi sulla diversificazione settoriale e sul sostegno alle microimprese”. Pierpaoli e Santini hanno comunque la loro ricetta: lotta all’abusivismo, riduzione della tassazione locale, infrastrutture, porto e aeroporto, sostegno alle imprese.

Exit mobile version