Giuseppe Cannarozzo (Osve): “Controlli digitalizzati per fare più verifiche e spingere le aziende a puntare sulla sicurezza”

Incidenti e morti sul lavoro sono ancora oggi troppo numerosi a causa di una scarsa consapevolezza dell’importanza della prevenzione e della formazione, diffusa sia tra gli imprenditori che tra i loro lavoratori. Regole e disposizioni ci sono, così come i cicli di formazione che il personale è obbligato a seguire, ma spesso li si percepisce come formalità da sbrigare e non come strumenti indispensabili per poter lavorare in sicurezza. L’unica soluzione per porre rimedio ad una situazione divenuta ormai drammatica è aumentare i controlli, poiché la presenza di più verifiche porterebbe a una maggiore responsabilizzazione tanto degli imprenditori quanto dei lavoratori. “Farlo solo con accertamenti in sede sarebbe chiaramente impossibile, poiché nonostante l’aumento dell’organico dell’ispettorato del lavoro previsto dal ‘decreto sicurezza’ recentemente approvato, qualche migliaio di ispettori non può recarsi in milioni di aziende distribuite su tutto il territorio nazionale, ma la tecnologia può offrire una soluzione alternativa: effettuare controlli digitalizzati” spiega Giuseppe Cannarozzo, titolare di Osve, società autorizzata con decreto del Ministero dello Sviluppo economico, attraverso accreditamento Accredia alle “verifiche periodiche e straordinarie ai sensi del DPR 462/01 su installazione e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, impianti di messa a terra alimentati fino a e oltre i 1000 V nelle aziende con la presenza di lavoratori”.

“Si può pensare ad accertamenti richiesti via Pec o a qualsiasi altro strumento digitale, ad esempio il Cloud, che contribuisca a tenere alta l’attenzione” aggiunge Cannarozzo, sottolineando come la nuova normativa sia più severa rispetto al passato: “Oltre a un aumento delle sanzioni economiche è prevista anche la sospensione dell’attività, come indicato nell’allegato I del 146/21, con tutte le conseguenze che ciò porta con sé”. Per le imprese più grandi lo ‘stop’ potrebbe riguardare solo il processo in cui sono state riscontrate irregolarità, mentre le medio-piccole si potrebbero dover fermare del tutto. “Le conseguenze della sospensione, evidentemente, non sono solo legate ai mancati incassi – aggiunge l’imprenditore – Vedere l’attività chiusa a lungo crea sfiducia nei clienti già acquisiti e in quelli potenziali, il che in situazioni particolarmente sfavorevoli potrebbe condurre anche alla chiusura”.

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