Giuseppe Cannarozzo (Osve): “Rischio elettrico, comunicazioni online e data base delle informazioni per aumentare controlli e ridurre incidenti”

Comunicazioni online e richiesta di informazioni più dettagliate con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza sul lavoro, a partire dal controllo degli impianti. Ben prima che il decreto legge 146 dello scorso ottobre prevedesse nuove regole e un aggravio delle sanzioni per contrastare il lavoro nero e punire le violazioni in materia di sicurezza, erano già state previste novità rispetto alla gestione del rischio elettrico. “Dallo scorso primo gennaio, attraverso la legge di conversione 8/2020 che ha modificato il Dpr 462/01, il datore di lavoro deve comunicare all’Inail il nome dell’organismo incaricato di effettuare la verifica dell’impianto di messa a terra all’interno della propria azienda e deve farlo online, attraverso il portale Civa (Certificazione e verifica impianti e apparecchi)” spiega Giuseppe Cannarozzo, titolare di Osve, società autorizzata con decreto del Ministero dello Sviluppo economico, attraverso accreditamento Accredia alle “verifiche periodiche e straordinarie ai sensi del Dpr 462/01 su installazione e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, impianti di messa a terra alimentati fino a e oltre i 1000 V nelle aziende con la presenza di lavoratori”.

La novità principale riguarda proprio le modalità di comunicazione delle informazioni. Mentre prima il datore di lavoro poteva inviare la documentazione tramite raccomandata o posta certificata, ora (il termine per la transizione è scaduto il primo ottobre) può farlo esclusivamente attraverso il portale Civa dell’Inail, a cui si accede attraverso le identità digitali, cioè lo Spid, la carta d’identità elettronica e la Carta nazionale dei servizi. “I datori di lavoro con le proprie credenziali possono entrare nella piattaforma ed effettuano la procedura online – aggiunge Cannarozzo – A ciascuno è richiesto di inviare la dichiarazione di conformità dell’impianto ai sensi del decreto ministeriale 37/08, rilasciata dall’impresa installatrice, comunicando, se necessario, anche il tecnico progettista intervenuto e il suo numero di iscrizione all’ordine professionale”. A questo punto l’Inail, che dispone di tutti i documenti, assegna un numero di matricola al dichiarante e chiede al datore di lavoro il pagamento di un contributo di 30 euro. L’istituto in questo modo possiede una banca dati informatizzata degli impianti elettrici, delle imprese di installazione e dell’organismo incaricato dal datore di lavoro a eseguire la verifica dell’impianto di messa a terra.

Sulla base delle normative più recenti, poi, “l’Inail è tenuta a mettere a disposizione di Asl e Ispettorato del lavoro (ora potenziato e autorizzato ad effettuare controlli in tutte le imprese) i dati riguardanti le aziende assicurate, dagli infortuni alle malattie professionali richieste – aggiunge Cannarozzo – Si crea quindi un vero e proprio data base”, con il quale centralizzare lo svolgimento dei controlli, aumentare l’attenzione sul tema della sicurezza e puntare all’obiettivo di ridurre gli incidenti sul lavoro.

 

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