Sardegna, famiglie e turisti spenderanno 634 milioni ma è allarme per gli aumenti delle materie prime alimentari

Anche in Sardegna il Natale 2021 è ormai alle porte e le realtà artigiane, ben 7.900 sull’isola, sono pronte a sfruttarlo al meglio per far conoscere i propri prodotti. Laboratori, botteghe, imprese di servizi sfornano eccellenze di prima qualità del made in Italy in ogni settore e danno lavoro a circa ventimila addetti. Le stime sono positive a dispetto del Covid: secondo Confartigianato Imprese Sardegna sotto le feste si spenderanno ben 634 milioni di Euro di cui 422 per alimentari e bevande e 212 per altri prodotti e servizi rispetto ai 378 registrati nello scorso anno. Pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesci sono gli alimenti che vanno per la maggiore. Il 38,2% della spesa alimentare delle famiglie sarde sarà a beneficio di prodotti realizzati sull’isola, sebbene vi sia una pesante crisi delle materie prime che rischia di condizionare le produzioni.

Il numero maggiore di addetti di aziende alimentari si registra nel sassarese con 6.643 unità, seguito dal Sud Sardegna con 3.771. Marco Rau, delegato regionale di Confartigianato Imprese Sardegna per il settore alimentare, consiglia di scegliere prodotti di imprese artigiane e piccole aziende locali per sostenere l’economia di zona e i dipendenti contribuendo alla trasmissione della cultura. “Ci rivolgiamo ai consumatori sardi e ai turisti – continua Rau – affinché per regali e cenoni si affidino alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Uno shopping di valore che può dare ulteriore forza al comparto, tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di sardi”.

La situazione che le aziende stanno vivendo ha del paradossale perché, se da un lato la domanda dei prodotti gastronomici natalizi è molto alta, dall’altro si registra appunto una carenza di materie prime che ha determinato uno spaventoso aumento dei prezzi per latte, burro, zucchero, farina, uova, nocciole e mandorle, tutti elementi necessari per fare dolci e torroni. Le imprese cercano di contenere i costi ma il rischio di produrre in perdita è sempre più concreto visto che gli aumenti ad ottobre 2021 sono stati del 20,3% rispetto alla media 2019. Se si aggiunge che per il settore dolciario le feste di Natale rappresentano oltre il 60% del ricavo, si capisce che sono molti i posti di lavoro a rischio. Addirittura c’è difficoltà a reperire il cartone per i panettoni e i contenitori di plastica della glassa.

I prezzi alla vendita non crescono di pari passo con quelli di produzione, pertanto i margini di guadagno delle aziende si riducono. Questo ha effetti sul contributo del settore alimentare alla crescita economica e sulla propensione ad investire delle imprese. Ad ottobre 2021 i prezzi alla produzione nel settore alimentare sono saliti del 4,6%. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, la pasticceria fresca è cresciuta dell’1,4% così come il pane, mentre gelateria e pasticceria fanno registrare +1,2%, i ristoranti +1,8% e le pizzerie +1,6%.

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