Radiotaxi, il governo Musumeci stanzia 700mila euro alle cooperative con sede in Sicilia

Il governatore siciliano Nello Musumeci ha deciso di stanziare settecentomila Euro per sostenere le cooperative radiotaxi dell’isola, un provvedimento doveroso per chi svolge un importante servizio pubblico a tutte le ore del giorno e della notte. L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone si è detto soddisfatto della decisione il cui obiettivo è tamponare i gravi danni che la pandemia ha arrecato a questo settore: “entro poche settimane il dipartimento Infrastrutture assegnerà le somme ai soggetti in possesso dei requisiti richiesti, ovvero le cooperative con sede operativa in Sicilia e almeno trenta soci”. Sulla stessa linea l’assessore Gaetano Armao per il quale il governo Musumeci vuole stimolare l’economia siciliana valorizzando le cooperative.

Secondo la legge 21 del 1991, in Italia il taxi è un mezzo di trasporto pubblico non di linea. Per svolgere la professione di tassista occorre avere una patente specifica, superare un esame, essere iscritti a un albo presso la propria Camera di Commercio e acquistare la licenza apposita concessa dal comune. Quest’ultima viene concessa ormai di rado e il loro numero è sostanzialmente stabile per difendere gli interessi di categoria: meno taxi ci sono, più lavoro avrà il singolo guidatore.

Ogni tassista è proprietario dell’autovettura ed è inquadrato come artigiano o piccolo imprenditore e non è raro che si associno in cooperative. A volte i tassisti si iscrivono a un servizio di radiotaxi, ovvero una centrale che smista le chiamate ai singoli operatori: solo a Milano ce ne sono ben tre. Negli ultimi anni l’ascesa di servizi come Uber, con tempi di attesa molto brevi, ha creato tensioni e fatto gridare alla concorrenza sleale: la legge non è ancora ben chiara in merito e si sono avute forti polemiche.

Exit mobile version