Nord Italia a rischio zona gialla, le restrizioni avrebbero pesanti ripercussioni economiche

L’Europa è nel pieno della quarta ondata di Covid con Germania, Belgio e Austria che registrano contagi record, mentre nei Balcani gli ospedali non riescono a far fronte al continuo afflusso di malati. In Italia la situazione al momento è meno preoccupante ma i dati fanno registrare un aumento che potrebbe portare alcune regioni ad entrare in zona gialla: Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano.

Questo porterebbe quasi tutto il nord ad avere un altro Natale con restrizioni con conseguenze drammatiche per i 53mila ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi. In zona gialla infatti non si possono avere tavoli con più di 4 posti a sedere tra non conviventi. Inoltre tornerebbe l’obbligo di indossare mascherine all’aperto, con l’eccezione di chi fa sport e dei bambini sotto i sei anni. A tremare sono anche gli operatori del settore sciistico visto che le regioni a rischio contengono località mete della cosiddetta “settimana bianca”. L’anno scorso circa 10 milioni di italiani hanno rinunciato a fare spostamenti e a pagare il prezzo maggiore era stata proprio la montagna con ben 3,8 milioni di italiani che non avevano raggiunto le piste.

C’è molta preoccupazione tra gli operatori e a darne voce è la Coldiretti che in una nota denuncia come la maggior parte degli introiti di impianti e malghe si registri nel periodo delle feste natalizie e quindi sia fondamentale per la loro sopravvivenza. La reintroduzione delle zona gialle avrà un impatto sull’intera filiera, secondo la Coldiretti: “si registreranno cali negli acquisti di prodotti alimentari e vino che in Italia rappresentano circa un terzo della spesa turistica”.

Nel frattempo, nelle regioni coinvolte le polemiche divampano. In particolare nel Friuli Venezia Giulia, che registra dati da zona gialla già da qualche settimana, il presidente Massimiliano Fedriga ha invitato a vaccinarsi ma nello stesso tempo ha detto che non è accettabile che a pagare il prezzo delle restrizioni siano i non vaccinati.

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