Il comparto della frutta piemontese in grande affanno: perdite sostanziose per pere, pesche e albicocche. Lamenta la Confagricoltura: “Mancano le imprese giovani”

Maltempo determinato dal cambiamento climatico: fatto sta che in Piemonte l’annata agraria è stata condizionata da eventi imprevedibili nella stagione come le gelate tardive ma anche le copiosissime piogge succedutesi a persistente siccità.

La conseguenza c’è stata quasi in automatico sulla raccolta della frutta, che è calata di un terzo per le albicocche ed addirittura di due terzi per le pesche. La Confagricoltura Piemonte ha rilevato lo stato di grande disagio nel bilancio che viene fatto ogni anno in prossimità della ricorrenza di San Martino.
L’analisi dell’annata evidenzia anche la “pesante difficoltà” del settore zootecnico – ha spiegato il direttore generale Ercole Zuccaro – per l’aumento del costo delle materie prime destinate all’alimentazione animale, che rispetto al 2020 hanno subito un’impennata, e di gas e gasolio. Il comparto è in tensione anche per “forte concorrenza delle carni importate”; “basso ancora il prezzo del latte riconosciuto agli allevatori”.

Annata soddisfacente in Piemonte, invece, per i piccoli frutti e le uve da vino, con un calo produttivo del 10% nell’ultima vendemmia, “ma qualità eccellente, soprattutto per i vini rossi”. Il numero delle aziende agricole pienamente operative è – stando ai dati dell’anagrafe unica della Regione Piemonte, sceso a 40.152, quasi duemila in meno rispetto all’anno scorso, 30 mila in meno rispetto ai dati del 2005.

“Mancano le imprese giovani – ha sottolineato Zuccaro – rispetto all’aumento su scala nazionale, il Piemonte ha la stessa percentuale del 2010: erano il 14% le aziende gestite da under40 nel 2020, oggi sono il 13,6%. Ne servirebbero mille in più all’anno, ma per il momento non ci sono”.

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