Latte vaccino siciliano, crescono i costi di produzione ma non il prezzo alla stalla. Legacoop Sicilia: “Si lavori a un patto di filiera per un prezzo equo”

Il latte è un settore strategico per l’economia italiana e c’è molta preoccupazione per il crescente costo di produzione che mette a rischio centinaia di aziende. La situazione è particolarmente problematica nella Sicilia Sud-orientale dove si produce ormai in perdita e gli allevatori sono sul punto di mollare: da sette mesi un litro di latte viene venduto tra 36 e 39 centesimi di Euro a fronte di costi diretti pari a circa 45 centesimi. Ad essere aumentati sono i costi dei mangimi, con soia e mais oltre il +30%, dei fertilizzanti e dei carburanti, stante la difficile situazione geopolitica; le aziende sono state così costrette a comprare i foraggi all’esterno delle aziende zootecniche.

Insomma, la situazione è allarmante e per questo Legacoop agroalimentare Sicilia ha indetto una riunione a Ragusa con le cooperative Progetto Natura, Latterie Ragusane, Montibleilatte e il Consorzio Dorolat, che sommate insieme producono oltre la metà del latte vaccino siciliano. Il bilancio del meeting è preoccupante: se i prezzi del latte crudo alla stalla non verranno adeguati, sarà impossibile proseguire nell’attività. Filippo Parrino di Legacoop è perentorio: “non c’è più tempo da perdere, organizzazioni di categoria, istituzioni e Gdo devono agire di concerto per arrivare a soluzioni immediate”.

Le cooperative riunite hanno messo nero su bianco le richieste da portare all’attenzione dell’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla: prezzo del latte crudo alla stalla a 48 centesimi di Euro a litro, misure di sostegno per garantire il benessere al bestiame, monitorare l’andamento dei prezzi alla produzione. Gli operatori hanno sicuramente le idee chiare su cosa vogliono.

La scelta di Ragusa non è stata casuale: nella sua provincia si producono ben 120.000 tonnellate di latte vaccino delle 190.000 tonnellate totali, con milleduecento stalle e settantamila capi allevati. Le aziende di settore della sola provincia di Ragusa fatturano oltre 100 milioni e danno lavoro a cinquemila persone, senza contare l’indotto della trasformazione in prodotti caseari. Le previsioni per il prossimo futuro sono positive: il report di Ismea stima un tasso di aumento medio annuo del 2-3% fino al 2030, seguito da un significativo affievolimento.

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