I contadini non sono gli inquinatori dell’aria, Cia Campania e Cia Avellino in difesa degli agricoltori

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Sta facendo discutere la decisione del Comune di Avellino di emanare sanzioni fino a 500 Euro per chi dà fuoco ai residui vegetali o ad altri materiali connessi all’esercizio delle attività agricole nei terreni, orti, giardini, parchi pubblici o privati. Il provvedimento non è piaciuto agli agricoltori e a Cia che si è schierata al loro fianco.

Il presidente regionale Alessandro Mastrocinque e il rappresentante provinciale Michele Masuccio hanno dichiarato compatti: “non ci sono alternative visto che manca un biodigestore. I contadini non sono un problema, anzi, combattono il rischio idrogeologico pulendo i canali di scolo”. Mastrocinque ha aggiunto che gli abbruciamenti non avvengono nel centro cittadino e che servirebbe un monitoraggio più dettagliato per capire le cause dell’inquinamento. Bruciare i residui è un’attività obbligata nell’agricoltura, proprio per evitare che si possano formare tappi.

Masuccio ha inoltre ricordato che esiste una legge regionale che regolamenta la bruciatura dei residui vegetali”. “Non sono gli agricoltori ad inquinare l’aria. I veri responsabili vanno ricercati altrove, nel frattempo chiediamo la modifica immediata della delibera”.

Nella provincia di Avellino l’agricoltura è al primo posto tra i settori economici con il 28% del totale, seguito dal commercio che conta il 26,4%. Nel solo 2017 sono state registrate 44.397 imprese agricole, molte delle quali di proprietà di giovani. Nonostante la diminuzione della popolazione e la pandemia, dunque, il settore continua ad essere uno dei più attrattivi nella provincia di Avellino.

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