Michele Giglio con il suo “Basho”, sfida i colossi del fusion

MICHELE GIGLIO BASHO

Basho” è il nuovo brand italiano di ristoranti fusion creato dal giovanissimo imprenditore calabrese Michele Giglio. A soli 27 anni può vantare un palmarès in grado di competere con i colossi del fusion grazie ad una cucina unica nel suo genere. La sua proposta culinaria è capace di fondere la cucina giapponese con quella sudamericana, soprattutto brasiliana, passando anche per quella cinese e la cucina italiana.

Un viaggio nel gusto, il suo, capace di miscelare il sapore di diverse culture, che si incontrano magistralmente a tavola creando gusti sopraffini dal sapore irresistibile.

“Quando si vuole aprire un ristorante – sottolinea Michele Giglio – uno degli obiettivi più importanti da perseguire è offrire sempre lo stesso standard di qualità ai clienti. Questo è possibile non solo scegliendo prodotti del posto atti a garantire la massima freschezza del piatto nel pieno rispetto del principio del km zero, ma anche formando costantemente gli chef. Le salse, invece, vengono importate direttamente dal Giappone, così come le alghe che viaggiano a temperatura controllata. Per conoscere, invece, i segreti del riso ho intrapreso in prima persona un viaggio in Cina due anni fa, dove ho appreso che i chicchi restano a riposo circa 3-4 ore in vaschette di legno per conservarne totalmente la consistenza e le proprietà nutritive”.

Ma se in termini di qualità ogni ristorante “Basho” è uguale agli altri, nell’atmosfera ognuno si caratterizza per una propria specificità. “Al “Basho Crazy” di Bari, ad esempio, è stato assegnato questo singolare nome in quanto aperto, decisamente in controtendenza, in piena pandemia” afferma Michele Giglio. “Al “Basho Garden” di Cosenza – continua – i clienti possono degustare le pietanze in un bellissimo giardino ricreato all’interno del locale; “Basho Fusion Experience” a Lamezia Terme è, invece, immerso in una bellissima villa”. Ma non finisce qui: prossimamente, infatti, a Catania vedrà la luce “Basho Boutique” in una cornice estremamente raffinata che richiama l’eleganza dei locali di alta moda.

Ma cosa si mangia da “Basho”? “Oltre ad offrire i principali piatti tradizionali di sushi rivisitati con commistioni brasiliane ed italiane – spiega Giglio – nel menù di “Basho” non mancano pokè, tempure, la leggendaria carne bovina Kobe, associata ad una carta di vini accuratamente selezionata in grado di adeguarsi alle svariate esigenze dei clienti”.

“Basho” è oggi una realtà consolidata nel Sud Italia che offre lavoro a circa 100 persone in un ambiente molto giovanile con un’età media inferiore ai 30 anni. I difficili mesi del lockdown non sono stati un ostacolo per la crescita della catena che, al contrario, ha triplicato il suo fatturato grazie alle consegne a domicilio. “Per raggiungere questi risultati – confida Michele Giglio – bisogna conoscere e coccolare il cliente dal momento in cui ci chiama fino a quando esce dal locale, assecondandone tutte le esigenze”.

Per il futuro Michele Giglio vuole far conoscere Basho come realtà e marchio internazionale aprendo nuove sedi in ogni punto del mondo. “Una volta consolidata la nostra presenza in Italia – conclude il giovane imprenditore Giglio – “Basho” è pronto ad estendere il suo business oltre i confini nazionali, a partire dalla Francia, in particolare Parigi, e dal Brasile. Una sorta di ritorno in una terra del “cuore” dove tutto ha avuto origine. Attraverso un motto, presente in tutti i miei locali, spero di raggiungere ogni parte del pianeta a suon di: Amor, por favor, dà me um #BASHO!”.

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