Le Case Bio: interventi di bioarchitettura per un confort abitativo sostenibile a zero rischio radon

Paolo Basso-Le Case Bio

Il radon è un gas radioattivo presente in natura e che, in alcune zone d’Italia, arriva a percentuali elevate annidandosi soprattutto negli ambienti abitativi indoor. Non se ne parla con la dovuta attenzione e in pochi sono a conoscenza di questo problema, ma ci si può difendere. Come? Ce lo spiega Paolo Basso, titolare dell’azienda Le Case Bio di Susegana, in provincia di Treviso, che da oltre vent’anni persegue una chiara filosofia: dare un contributo significativo proteggendo l’ambiente e l’uomo, attraverso un’edilizia naturale e a basso consumo di risorse, per un confort abitativo green e sostenibile.

“L’inquinamento interno alle abitazioni dovuto a infiltrazioni di gas radon riguarda tutti, nessuno escluso”, interviene il Dott. Paolo Basso. “Il radon ed i suoi prodotti di decadimento sono fattori fisici di elevato rischio per la salute. Essi sono considerati tra i principali inquinanti dell’aria indoor, classificati come agenti cancerogeni di gruppo 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Il radon – spiega – si genera in contesti rocciosi o sotterranei, una maggior concentrazione viene evidenziata dalla presenza di terreni granitici o vulcanici, dal contatto diretto dello stabile con il terreno e dal tipo di materiali di cui è costituito l’immobile stesso”.

La sua impercettibilità da parte dei nostri sensi, in quanto insapore, inodore e incolore, non deve abbassare la consapevolezza dei rischi che invece può arrecare; è quindi necessario prendere in considerazione le problematiche che ne derivano, non solo nel patrimonio edificato esistente, ma ancor di più negli edifici di nuovo impianto realizzati con i principi della bioarchitettura, volti alla massima efficienza energetica. Informarsi per una sua corretta misurazione è il primo passo verso la risoluzione del problema. Ma come eliminarlo?

“Gli interventi sul costruito vanno dalla depressurizzazione del suolo alla pressurizzazione dell’edificio, Nei casi più gravi si opta per interventi strutturali o di sostituzione dei materiali”, spiega Paolo Basso. “Mentre per le nuove costruzioni, come le case in legno, è possibile impedire efficacemente le risalite di gas isolando i locali con un vespaio areato su igloo e sigillando le fessure mediante la posa di un telo anti-radon, oltre a garantire un’idonea ventilazione degli ambienti, per un corretto ricircolo d’aria”.

Sebbene molti paesi abbiano emanato raccomandazioni e norme specifiche relative alle soglie limite di concentrazione nelle abitazioni, come quella pubblicata nel 1990 dalla Commissione Europea che raccomandava un livello di riferimento di 400 Bq/metro cubo per le abitazioni, peraltro abbastanza elevato, in Italia la situazione è ancora stagnante.

“La bioedilizia è il nostro asso nella manica e può contribuire davvero molto, poiché si basa su una conoscenza approfondita del territorio e di tutte le dinamiche che lo caratterizzano”, spiega Paolo Basso. “Su queste, in fase di progettazione, effettuiamo delle valutazioni che ci consentono di intervenire con azioni mirate e materiali idonei. L’eco-architettura ha come scopo proprio il miglioramento del benessere e della qualità della vita. Le nuove abitazioni in legno – conclude – godono infatti di particolari accorgimenti tali da ridurre l’inquinamento, i consumi e i pericoli per la salute dell’uomo, quali appunto quelli costituiti dal radon, aumentandone considerevolmente il loro valore patrimoniale”.

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