Mamerti, Mobili Brianza: «Il Salone del Mobile a sostegno della ripresa, ma non dimentichiamo le piccole e medie imprese artigiane»

Mobili Brianza

Quest’anno il Salone del Mobile di Milano e il contestuale Fuorisalone segnano il “rilancio” del settore dell’arredamento e del design che nei mesi scorsi ha subìto una leggera battuta d’arresto. Si tratta di una kermesse in forma ridotta, che occupa solo pochi padiglioni, ma ugualmente importante per il forte segnale che vuole inviare.

«Ben vengano tutte queste iniziative che promuovono la ripresa del nostro comparto, però non dimentichiamo i medi e piccoli imprenditori dell’arredo che da questa manifestazione sembrano essere trascurati e un po’ tagliati fuori», così commenta Alessandro Mamerti, titolare di Mobili Brianza e seconda generazione di mobilieri, attivi sul territorio di Roma da ben 40 anni: Mamerti è un attento conoscitore del settore e in un certo senso portavoce delle problematiche di un mondo, quello delle piccole e medie imprese che, sebbene in ripresa, arranca un po’ rispetto ai grandi colossi dei brand blasonati.

«Sono convinto che il Salone del Mobile sia una buona iniziativa per non far dimenticare un settore rinomato in tutto il mondo, ma constato che alla manifestazione milanese è presente l’élite dei marchi famosi e sono assenti gli artigiani del legno, la vera spina dorsale dell’economia del Paese. Le piccole e medie imprese, infatti, non sono qui rappresentate, sia perché non possono permettersi i costi elevati di questa vetrina internazionale, sia perché, per questioni di sicurezza, quest’anno si è ridotto a quattro il numero dei padiglioni e sono spariti i classici stand lasciando il posto a contenute pareti espositive».

Insomma, gli spazi limitati, la necessità per molti espositori di essere presenti anche al Fuorisalone per avere più visibilità, con un conseguente doppio esborso, la scelta di organizzare l’evento nel mese di settembre, quando le aziende riaprono dopo la pausa estiva, non hanno certo aiutato il settore e sono, per Mamerti, un ulteriore problema.

«Diamo l’opportunità anche al piccolo di andare avanti, ricordando che il prodotto artigianale, pur non avendo la fortuna di godere del grande pubblico internazionale, è la vera ricchezza del nostro territorio».

Per Mamerti è necessaria non solo un’iniezione di fiducia, ma anche una serie di incentivi economici mirati affinché i potenziali clienti possano rivolgersi a costi agevolati alle medie e piccole imprese, rafforzando così l’economia locale.

«Affidarsi a un produttore del posto rappresenta un plus per il cliente che può scegliere un prodotto artigianale di alta qualità, personalizzabile secondo le proprie esigenze e i propri spazi abitativi spendendo meno rispetto ai mobili dei grandi brand».

Ma non solo: per Mamerti una soluzione per uscire da questa impasse potrebbe essere una ridefinizione delle modalità di promozione delle piccole e medie imprese: «Un’opportunità in più potrebbe essere quella di organizzare meglio gli spazi espositivi sul territorio, collocare le fiere in luoghi facilmente accessibili, con collegamenti viari e parcheggi idonei. Inoltre si potrebbe dare la possibilità ai produttori di poter esporre, almeno nei primi anni, con dei costi calmierati in modo da farsi conoscere meglio da un pubblico locale. Auspico che la grande artigianalità made in Italy non sia più sottovalutata, in quanto è il vero carburante del nostro Paese per il rilancio di questo settore».

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