Professor Giovanni Cancellieri: non è semplice interpretare i dati giornalieri sui contagi Covid

Giovanni Cancellieri

Ormai è diventato un appuntamento quotidiano, quasi rituale: ogni giorno intorno alle 18 vengono diffusi, e subito ripresi dai principali organi di informazione, i dati aggiornati della pandemia di Covid 19 in Italia. Dati che poi creano dibattiti e, a seconda dei casi, generano allarmismi o tranquillizzano gli animi. Ma quanto realmente le persone sono in grado di capire questa massa di numeri, grafici, formule, statistiche e previsioni?

“Indubbiamente non è semplice decifrare questi dati – risponde il professor Giovanni Cancellieri, docente di Telecomunicazioni all’Università Politecnica delle Marche, esperto di divulgazione scientifica sulle nuove tecnologie e sui modelli matematici – Spesso sono il risultato di somme fatte con addendi disomogenei, in quanto misurati con metodologie diverse, che ogni Regione purtroppo applica a suo modo.  Per fare un esempio, uno dei dati più attesi ogni giorno è la percentuale media di contagi su un totale di tamponi eseguiti (parametro detto “tasso di positività”), ma in realtà si tratta di un dato aggregato partendo da contributi parziali molto diversi, come i due tipi di tamponi che si possono eseguire.  Inoltre bisogna tenere conto anche delle specificità dei singoli individui, della carica virale che può essere più o meno alta e quindi durare più o meno a lungo”.

Un’altra perplessità si ha in merito alla diffusione dei dati e riguarda il numero di persone decedute: “Anche in questo caso – continua il professor Cancellieri  che è anche autore di un saggio intitolato “Causalità e casualità” sui fenomeni aleatori – bisogna fare attenzione. La domanda che ci dobbiamo porre è: dopo quanto tempo si manifesta la conseguenza di una certa causa? Ad esempio, una morte può avvenire dopo una settimana o dopo tre mesi dal momento del contagio. Quindi il dato sul numero dei morti, che viene fornito ogni giorno, riunisce gli effetti di cause molto sparse nel tempo. Al di sotto di cinquanta per le statistiche è un numero aleatorio, come si dice, “puro rumore di fondo”. Con valori di alcune centinaia, purtroppo, si hanno informazioni più attendibili, ma sempre relativamente ad un tempo molto antecedente quello dei tristi eventi. Per quanto riguarda il numero di nuovi positivi, questo deve essere confrontato con quello dei nuovi negativi. Invece un numero a cui si pone poca attenzione è quello del totale degli infetti. E’ questa massa che, al netto di coloro che sono immunizzati (o perché hanno avuto la malattia o perché vaccinati con due dosi), fa circolare il virus”. Infine si parla, spesso a sproposito, di una legge di diffusione esponenziale.

Solo sapendo interpretare veramente i numeri è possibile fare previsioni e giudicare le politiche di restrizioni più adeguate alla situazione economica di un Paese. “È una materia estremamente complicata – conclude il professor Giovanni Cancellieri – che purtroppo spesso viene semplificata grossolanamente. Invece ci sarebbe bisogno di approfondire e comprendere bene i dati prima di esprimere opinioni”.

Il professor Cancellieri è presidente dell’Associazione AICT, il cui scopo principale è svolgere corsi e convegni sulle nuove tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. In ciò si avvale della collaborazione di Around Italy Consulting di Rita Farnitano, agenzia di consulenza e pubbliche relazioni con sede a Roma.

 

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