Tornano i matrimoni ed altre cerimonie laiche e religiose coi relativi banchetti. Un milione di lavoratori tirano un sospiro di sollievo.

marco giulio

Una prima boccata d’ossigeno quella che riapre parzialmente con qualche limitazione, le cerimonie dei matrimoni ma anche areligiose. La Uecoop si è anche peritata di fare i conti di quello che significherà solo questo settore. Ebbene avranno un ristoro, quello vero, quello del lavoro, almeno un milione di lavoratori, tra diretto ed indotto, che potranno riappropriarsi di cerimonie che ormai sono passate nel dimenticatoio da oltre un anno.
Nonostante la persistenza di alcune limitazioni, dal pass vaccinale ai tamponi, dalla distanza fra i tavoli all’elenco degli invitati con il Covid manager, la ripartenza delle cerimonie – evidenzia Uecoop – rappresenta una prima boccata di ossigeno per un comparto che con la pandemia ha visto cancellare quasi 1 matrimonio su 2 (-47,5%) nel 2020 rispetto all’anno precedente – spiega Uecoop su dati Istat – con un crollo del 90% del fatturato e un trend negativo che continua anche nel 2021 secondo Assoeventi. Dalla ristorazione alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata – sottolinea Uecoop – la crisi generata dal Covid ha stravolto i bilanci delle 80mila realtà che operano nel settore. L’emergenza Covid ha costretto migliaia di coppie pronte a convolare a nozze – continua Uecoop – a contrattare rimborsi o voucher per riorganizzare nei tempi e nei modi il pronunciamento del fatidico con danni economici e problemi organizzativi e psicologici. Il Covid ha trasformato la preparazione del giorno più bello in una specie di incubo – conclude Uecoop – con i futuri sposi, relativi familiari e ospiti costretti a rinviare tutto con una giungla di disdette, fornitori da pagare e servizi da riorganizzare.

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