Senza una riapertura quasi immediata fallimento per centinaia di lunapark. Domani, 30 aprile, manifestazione con auto a velocità rallentata sulle tangenziali delle grandi città.

La situazione è davvero disperata, come la contestazione. Gli esercenti dei lunapark italiani hanno fatto i loro conti e sanno benissimo che senza una riapertura quasi immediata saranno in centinaia quelli che saranno costretti a fallire, dopo tredici mesi di non-lavoro. Questo il motivo principale della contestazione di venerdì 30 aprile con le automezzi dei lunapark che viaggeranno a bassissima velocità lungo le principali statali, tangenziali e autostrade delle città italiane. Lo faranno per dimostrare di non accettare il fatto che il Governo consideri a rischio questa attività all’aperto, al contrario di stadi, ristoranti e centri commerciali al chiuso.
Nella mattinata di venerdì 30 aprile, statali, tangenziali e autostrade tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sardegna vedranno quindi i mezzi degli esercenti dello spettacolo viaggiante procedere a bassa velocità. «Siamo costretti a creare qualche disagio – tuona Ferdinando Uga, presidente nazionale ANESV-AGIS – perché il Governo si attivi per affrontare la situazione con approccio razionale e fondato sui dati. È inspiegabile la penalizzazione di questa attività all’aperto rispetto a tutte le altre categorie commerciali e sportive. La decisione di posticipare la nostra riapertura al 1° luglio è una condanna al fallimento per centinaia e centinaia di imprese, che hanno bisogno di almeno un mese per organizzare un luna park, per gli aspetti burocratici».
I gestori di luna park e parchi giochi sono esasperati e il rischio di gettare le proprie imprese nelle mani dell’usura cresce di giorno in giorno. «La decisione di prevedere una data di riapertura così differita nel tempo rispetto alle attività al chiuso – aggiunge Uga – è del tutto irrazionale e priva di argomentazioni basate su evidenze scientifiche. Le giostre sono all’aperto, presidiate da operatori e continuamente igienizzate nel totale rispetto delle linee guida governative, che prescrivono l’obbligo della mascherina, il rispetto del distanziamento sociale e la sanificazione delle mani e di tutte le attrezzature. Chiediamo di poter tornare a lavorare in sicurezza: dobbiamo tornare a far sorridere e a portare spensieratezza al nostro pubblico di giovani, famiglie e bambini».

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