Accelerare la ripresa degli spettacoli, per il lavoro di centinaia di migliaia di persone. La Uecoop: “Nel settore operano molte cooperative e genera un forte indotto”.

Si guarda avanti. E si spera che gli spettacoli possano riprendere, dai cinema, ai concerti a quelli di strada, magari con tutte le tutele e considerazioni del momento. Il settore di riferimento è in grande ambasce per la cancellazione del settanta per cento degli eventi negli ultimi mesi: lo “spettacolo” vale oltre 300mila posti di lavoro e sta osservando, interessato, quanto sta emergendo in seno al Governo.
Le limitazioni imposte dall’emergenza Covid – sottolinea Uecoop – sono costate la cancellazione di oltre 7 eventi su 10 (72,6%) nel 2020 mettendo in ginocchio un settore nel quale – spiega Uecoop – operano molte cooperative e genera un forte indotto sia in termini di servizi diretti, dalle luci alla vigilanza, sia per il turismo nazionale ed estero. La spesa del pubblico per concerti, spettacoli, cinema e teatri è franata dell’86,7% spiega Uecoop su dati Siae prosciugando i redditi di migliaia di lavoratori del settore che rischiano di entrare a fare parte delle schiere dei nuovi poveri che stanno popolando l’Italia al tempo del Covid.
Una situazione drammatica in uno scenario dove con il gruppo più numeroso è rappresentato dagli attori (25,4%), seguiti dai lavoratori degli impianti e circoli sportivi (11,2%), dagli impiegati (11%) e dai concertisti e orchestrali (9,4%) con più di 45mila giovani fra i 25 e i 29 anni e le donne che – sottolinea Uecoop – rappresentano oltre 4 addetti su 10 (42,5%).
Il problema dei lavoratori dello spettacolo non riguarda ovviamente i vip che hanno risorse economiche per superare il blocco causato dall’emergenza, ma colpisce – evidenzia Uecoop – tutti gli altri che, magari a inizio carriera o con posizioni professionali meno qualificate, hanno una retribuzione media annua che nel 2019 ha raggiunto appena i 10.664 euro con meno di 1 giornata di lavoro su 3 da gennaio a dicembre.
Siamo di fronte a una una crisi senza precedenti e la progressiva ripartenza non riuscirà a riassorbire in tempi brevi le perdite subite con il blocco causato dalla pandemia, per questo – afferma Uecoop – servono aiuti strutturali a lavoratori e aziende per agganciare una possibile ripresa per la quale oltre la metà delle realtà produttive prevede che ci vorrà almeno un anno con 9 imprese su 10 (92%) secondo cui – conclude Uecoop – la massiccia campagna vaccinale per immunizzare gli italiani è la prima condizione per la ripartenza dell’economia con l’uscita dall’emergenza Covid secondo l’indagine Uecoop sulle imprese a livello nazionale.

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