La ripartenza turistica dell’Umbria ha bisogno della concertazione di tutti i protagonisti. Michele Benemio”Definire insieme una data certa per la riapertura delle attività”

“Umbriaperta” è stata un ottimo inizio, un viatico per la ripresa del turismo. Ma l’iniziativa messa in campo dalla Regione per la Cna umbra, non basta in quanto si devono definire i programmi, le riaperture e molte altre questioni.
A dire la sua ci pensa Michele Benemio, imprenditore alberghiero nonché presidente di Cna Turismo Umbria
“Definire insieme una data certa per la riapertura delle attività e programmare sinergicamente le iniziative pubbliche e private rappresentano il percorso obbligato per la ripartenza della stagione turistica dopo l’ottimo lavoro fatto dalla Regione per il sostegno a uno dei comparti che, per i grandi effetti su un indotto costituito da micro e piccole imprese dei servizi e del manifatturiero. Sicuramente è tra più importanti per l’economia regionale.”
“Il pacchetto Umbriaperta presentato dall’assessore Paola Agabiti rappresenta un ottimo inizio. Tra le misure previste la più incisiva è sicuramente quella per la qualificazione delle strutture ricettive, alla quale sono destinati 8 dei 14 milioni previsti dal piano. Ma servono ulteriori strumenti, in particolare quelli volti a favorire l’accesso al credito da parte di tutte le imprese, determinante soprattutto nella fase della ripartenza per avere la giusta liquidità necessaria alla riaccensione dei motori. Al tempo stesso è fondamentale stabilire a stretto giro una data certa anche per la riapertura dei ristoranti al chiuso. Sono tantissime le imprese di ristorazione che non hanno a disposizione le superfici per riprendere l’attività all’aperto e che sono alle prese con difficoltà anche maggiori rispetto alle strutture ricettive. In questo caso siamo disponibili, perlomeno nella fase iniziale, anche a un irrigidimento delle prescrizioni sulle distanze tra i tavoli pur di ricominciare subito.”
Da Benemio arriva un giudizio positivo anche sulle proposte in discussione nell’ambito del Recovery fund. “Bene i progetti per la realizzazione o l’ampliamento delle piste ciclabili o per il potenziamento dei percorsi religiosi o alla qualificazione dei piccoli borghi. L’unica nota ancora dolente è quella di una tassazione locale che non tiene minimamente conto dell’andamento reale del comparto, che dal marzo dello scorso anno, è sicuramente il più penalizzato. Riteniamo che in tutti i Comuni, nonostante alcune piccole agevolazioni adottate qua e là, almeno per tutto il 2021 debba essere prevista un’esenzione totale dal pagamento di Imu, Tari, Tosap e tassa di soggiorno da parte delle imprese del turismo. Tasse locali elevate e mancanza di liquidità rischiano di rappresentare un impedimento insormontabile per l’effettiva ripartenza di tante strutture, dietro le quali si reggono le sorti di tante famiglie: quelle degli imprenditori ma anche quelle di tanti dipendenti. In ultimo – conclude Benemio – dobbiamo essere consapevoli che, qualunque cosa faremo, perché abbia successo presuppone una rapida e massiccia campagna vaccinale. Campagna, mi sento di aggiungere, che laddove fosse aperta alle categorie economiche necessarie, non preveda distinzioni tra imprese di serie A e imprese di serie B, perché al di là delle dimensioni aziendali, imprenditori e lavoratori hanno tutti gli stessi diritti.”

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